A Ivrea, in provincia di Torino, una scuola in prima linea nell’umanizzazione della tecnologia. Un’esigenza posta anche dal Papa. Francesco richiama ad un uso responsabile delle tecnologie. Ed esorta a “promuovere lo sviluppo armonico ed integrato della ricerca scientifica e tecnologica”. E a “prevedere e prevenire le conseguenze negative che può provocare un uso distorto delle conoscenze”. La centralità della ricerca scientifica si è rafforzato nella tragedia collettiva del Covid.
Avverte il Pontefice: “Il principio di responsabilità è un cardine imprescindibile dell’agire dell’uomo. Che dei propri atti e delle proprie omissioni deve rispondere di fronte a sé stesso. Agli altri. E ultimamente a Dio”. Le tecnologie, ancora più delle scienze, “mettono nelle mani dell’uomo un potere enorme e crescente”. Sos, quindi, per le sfide che si presentano. La complessità dei problemi da risolvere. E il pericolo di usare male della potenza che le scienze e le tecnologie mettono nelle nostre mani”.
L’intreccio tra potere tecnologico e potere economico condiziona “gli stili di vita e gli orientamenti sociali“, secondo Jorge Mario Bergoglio. “Nella direzione del profitto di certi gruppi industriali e commerciali. A detrimento delle popolazioni e delle nazioni più povere”. Da qui l’esigenza di “trovare un equilibrio che crei uno sviluppo sostenibile“. Infatti “le scienze e le tecnologie sono fatte per l’uomo e per il mondo. Non l’uomo e il mondo per le scienze e le tecnologie”. E queste devono essere “al servizio di una vita dignitosa e sana per tutti. Nel presente e nel futuro”, raccomanda il Pontefice.
Con la rassegna “Humanizing technology”, il Circolo del Design di Torino racconta proprio l’umanizzazione della tecnologia. Attraverso talk. Mostre. E workshop. In programma un palinsesto di oltre 45 eventi. Dedicati alle nuove sfide che la tecnologia si trova ad affrontare. Fino a settembre si confronteranno circa 70 ospiti nazionali e internazionali. Ad aprire la rassegna sarà la mostra “Easy as a kiss”. Dedicata all’Interaction Design Institute di Ivrea. L’interaction design, spiega il curatore della mostra Jan-Christoph Zoels, è uno strumento fondamentale. Per la creazione di esperienze e servizi digitali. Progettati mettendo l’uomo al centro del processo.
La mostra presenta una raccolta di documenti storici. E la produzione di testimonianze inedite. Viene così ricostruita la vita di una delle primissime scuole al mondo a formare figure professionali. Dedicate al progettare l’interazione tra l’uomo e le tecnologie. Una vicenda che ha posto Ivrea al centro della mappa mondiale dell’innovazione. Combinando modelli sperimentali di didattica e avanguardia progettuale. Con la cultura olivettiana. Attraendo talenti da tutto il mondo. Qui sono nati progetti ancora oggi utilizzati. E divenuti universali.
Ad Ivrea si è formata la disciplina che ha reso possibile servizi attualmente diffusi in tutto il mondo. Come il “car sharing”. I pagamenti tramite app. Le prenotazioni di servizi online. In parallelo è in programma dal 17 al 19 giugno alle Ogr di Torino il convegno “Humanizing technology through design”. All’hub di innovazione e arte si farà il punto sulle migliori pratiche internazionali di oggi. Con l’obiettivo di umanizzare la tecnologia.
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