La dilagante crisi economica causata dalla pandemia di coronavirus e dal conseguente lockdown per impedire la diffusione del contagio sta pesando in maniera molto forte sulle famiglie italiane. Secondo la fotografia scattata dalle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiane) di Roma, circa un terzo dei nuclei familiari è stata costretto a rinunciare alle vacanze estive, mentre un 40% si trova in difficoltà con il mutuo, il 60% ritiene che, anche quando l’epidemia sarà terminata, le spese per viaggi, vacanze ristoranti, cinema e teatri saranno inferiori a quelle pre-crisi.
“I nostri dati hanno trovato conferma nell’indagine fatta dalla Banca d’Italia. Le famiglie che prima ‘galleggiavano’ ora non riescono ad accedere neanche ai beni di prima necessità, molti fanno fatica a portare in tavola un pasto. Chi negli anni passati riusciva a fare almeno qualche giorno di vacanza, quest’anno non se lo può permettere”.
La presidente delle Acli di Roma, Lidia Borzì, dipinge uno scenario molto grave, rilevato grazie al loro osservatorio, al segretariato sociale e all’attività di aiuto che da subito hanno messo in campo per poter aiutare chi era più in difficoltà durante i lunghi mesi di lockdown. “Il tema delle vacanze – ha spiegato – non è certo il problema principale delle famiglie italiane, ma è un modo per evidenziare come la crisi ha colpito non solo chi già era in situazione di emergenza cronica, ma anche il ceto medio che ora ha difficoltà a pagare le bollette e le rate del mutuo”.
Un circolo vizioso che si ripercuote anche su uno dei settori, quello dell’accoglienza e del turismo. A Roma, ma anche in altre città, le guide non hanno turisti da accompagnare, bar e ristoranti hanno dovuto ridurre il numero dei tavoli perché è di estrema importanza mantenere il distanziamento, questo ha causato anche una riduzione di personale. Molte altre attività hanno la saracinesca abbassata e probabilmente non la rialzeranno.
“Le vacanze sono una cartina tornasole importante che aiuta a evidenziare la difficoltà economica in cui versano molte famiglie. Una crisi importante che da un lato interessa coloro che Papa Francesco ha più volte definito gli ‘scartati’ della società, persone che per vari motivi vivevano e vivono una situazione di disagio estremo e permanente – spiega -. Dall’altro lato c’è una larga fetta di popolazione che è stata colpita in maniera pesante dal coronavirus”.
“In questo strampalato periodo, come Acli, abbiamo voluto rilanciare un ‘patto di prossimità’ affinché venga superata quell’indifferenza dilagante e ognuno possa mettersi in gioco prendendo in carico, nel piccolo o nel grande a seconda delle disponibilità, di un anziano solo, di un bimbo che non ha potuto fare vacanze”. Come spiega la presidente Lidia Borzì, a volte bastano dei piccoli gesti: un invito a pranzo, passare del tempo insieme, ma tutto svolto nella massima sicurezza e prudenza.
“Come Acli, in questa logica, abbiamo dato vita a #Distantimavicini e a #Sicuramentevicini, una serie di iniziative che vogliono aiutare e sostenere le persone maggiormente in difficoltà in questi mesi estivi, soprattutto dopo la pandemia causata dalla diffusione del coronavirus. Il progetto è dedicato principalmente alle fasce più fragili della popolazione, come gli anziani e i bambini.
“Solidarietà che non punta solo all’aiuto materiale o psicologico, ma anche al recupero di relazioni vive – conclude la dottoressa Borzì -. Bisogna guardare alle nostre città superando la logica dell’indifferenza e dell’individualismo”.
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