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“Difficoltà e incertezze, però la paura non deve prevalere”. Intervista a padre Di Luccio (Gregoriana)

No alla paura. Una reazione morale e spirituale alla paura sul modello degli “eroi invisibili che in questo tempo difficile e di prova sono medici, infermieri e pazienti“, afferma a Interris.it il gesuita Pino Di Luccio.“La vita che possiamo vivere, nonostante tutto, nonostante tante difficoltà, paure e incertezze, è dono dell’amore misericordioso, povero e umile di Gesù”, aggiunge il docente di Sacra Scrittura alla Pontificia Università Gregoriana, già decano della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, promotore a Napoli della prima partecipazione di un Pontefice ad un convegno in una facoltà teologica.Nell’emergenza sanitaria, Francesco ha affidato il mondo alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza contro la paura e l’indifferenza. In che modo possiamo trasformare in solidarietà quotidiana e in condotte concrete l’esempio e l’attualità di Maria? 

“La notte di Natale siamo stati invitati a riconoscere il segno della Salvezza. Per accogliere la Luce che illumina ogni donna e ogni uomo (Gv 1,9), che illumina ogni notte. Anche l’oscurità e le tenebre di questi tempi difficili di paura e di incertezza. Il segno (sèmeion) della Salvezza che l’angelo annuncia ai pastori di Betlemme è ‘un bambino appena nato’, Un neonato (brèfos, dice il testo greco), avvolto in fasce, adagiato (letteralmente: messo lì) in una mangiatoia’ (Lc 2,12). Ciò pone interrogativi profondi”.Quali?

“Come riconoscere questo segno? Come interpretare il segno della nostra Salvezza, nel nostro tempo. Nel tempo della pandemia. Cosa fare per vincere la paura e per condividere la gioia dei pastori di Betlemme? Come interpretare i segni dei tempi (Mt 16,1s)?” L’esempio di Maria insegna la povertà che risulta dal dono di sé. L’umiltà. E l’umiliazione dell’amore. Questo è il criterio per riconoscere la Salvezza. Per riconoscere Gesù. E per accogliere la sua Salvezza. L’esempio di Maria ci dà speranza”.In che modo?

“Ci ricorda la via della povertà. Della misericordia. E dell’umiltà  che si impara con l’umiliazione. Lungo questa via troviamo la nostra Salvezza. Abbiamo la vita. Siamo rigenerati. E viviamo in comunione con il Signore della Vita. Testimoniando la sua Luce”.Maria è rimasta ai piedi della croce mentre tutti per paura o opportunismo avevano abbandonato Gesù. Cosa insegna la Madre di Cristo attraverso le Scritture?

“Maria non poteva lasciare solo il Figlio sulla croce. Perché era suo Figlio. E perché è unita a Lui sempre. Lo scorso primo novembre ricorreva il 70° anniversario della proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria. Nella proclamazione di quel dogma Papa Pio XII chiama a più riprese la madre di Gesù ‘Socia del nostro divino Redentore’. La presenza di Maria ai piedi della croce mostra da una parte l’amore addolorato della Madre”.E dall’altra parte?

“Indica la reciprocità dell’opera della glorificazione di Gesù. La presenza di Maria ai piedi della croce è la partecipazione della Madre alla Gloria del Figlio. Cioè la comunione con la Vita del Padre. Il quale ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito. Perché il mondo sia salvato per mezzo di lui (Gv 3,16s)”.Può farci un esempio?

“Con la Costituzione apostolica ‘Munificentissimus Deus’ Papa Pio XII proclama il dogma dell’Assunzione di Maria. E ricorda che ‘fin dal secolo II, Maria Vergine viene presentata dai santi padri come nuova Eva. Strettamente unita al nuovo Adamo. Per la qual cosa, come la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e segno finale di questa vittoria. Così anche per Maria la lotta che ha in comune col Figlio suo si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale’. Questo è l’insegnamento della Madre di Gesù attraverso le Scritture”.Lo sposo di Maria, Giuseppe è stato indicato dal Papa come modello per tutti quegli eroi invisibili (medici, infermieri, pazienti) che lottano ogni giorno contro il Covid. Quale messaggio è testimoniato nell’esempio della Sacra Famiglia? 

“Lo sposo di Maria è veramente modello degli eroi invisibili che in questo tempo difficile e di prova sono medici, infermieri e pazienti. La lettera apostolica ‘Patris corde è stata scritta da Papa Francesco in occasione del 150° anniversario della dichiarazione di san Giuseppe come Patrono della Chiesa universale. Lo sposo di Maria vi è indicato come modello di accoglienza e di tenerezza”.Ossia?

“San Giuseppe diventa padre nell’accoglienza e nella tenerezza. Imparando a fidarsi delle parole dell’angelo e del segno profetizzato tanti secoli prima. Cioè la nascita dell’Emmanuele, che tradotto dall’ebraico vuol dire ‘Dio con noi’ (Mt 1,18s). Papa Francesco nella Lettera apostolica ‘Patris corde’ descrive la paternità di Giuseppe E dice che è libera e casta. Perciò non possessiva. Ma ‘segno che rinvia a una paternità più alta”.A cosa si riferisce?

“Nei Vangeli e in genere nella Bibbia i segni sono annunci di vita. Spesso essi sono annunci e storie di parti, di nascite, rinascite e di vittoria della vita sulla morte. C’erano presumibilmente altri neonati a Betlemme, al momento della nascita di Gesù. Il criterio per riconoscere la Salvezza è che il neonato avvolto in fasce è adagiato. Giace (è messo lì = kìmenon) in una mangiatoia (fàtne)”.Qual è il significato?

“La mangiatoia, fàtne in greco, è il posto in cui non solo mangiano ma vivono gli animali. In italiano è la stalla. La mangiatoia dove è messo lì a giacere il bambino Gesù è proprio quel luogo in cui si mettono gli animali. ‘Perché per loro non c’era posto nell’alloggio’, dice l’evangelista (Lc 2,7). Questo è il posto in cui è messo il bambino avvolto in fasce. Che per salvare tutti e dare la vita a tutti non vuole scomodare nessuno. Non vuole togliere il posto a nessuno. Per misericordia. Per l’umiltà dell’amore. Di questo segno della Salvezza sono testimoni, prima di tutti, san Giuseppe e la Santa Famiglia”.Cosa insegnano al riguardo le Scritture?

“Gesù invita ad accogliere il Regno di Dio, Dio stesso e la sua vita, come un bambino neonato. Cioè Brèfos. Lo stesso termine che ricorre nel segno che l’angelo annuncia ai pastori di Betlemme. Come si accoglie un bambino neonato. E ad accoglierlo come bambini neonati. Con umiltà semplice (Lc 18,15-17)”.Cioè?

“Maria è stata la prima ad accogliere il Regno di Dio. Perché è stata la prima ad accogliere, con umiltà semplice, la semplicità umile del Bambino Gesù. San Giuseppe ha accolto con fiducia, semplice e umile, Maria e il Bambino. E si è preso cura di loro. Dalla croce Gesù affiderà Maria al discepolo amato e questi alla madre (Gv 19,26-27). La mistica odierna è quest’accoglienza reciproca”.Che tipo di accoglienza?

“L’accoglienza di coloro per i quali non c’è posto. Così si prolunga l’accoglienza reciproca del Bambino. Appena nato e avvolto in fasce che giace in una mangiatoia. L’accoglienza di san Giuseppe. L’accoglienza della Madre di Gesù. E l’accoglienza del Regno. Con l’accoglienza del Regno ‘come un bambino’ si partecipa con Maria alla comunione del Figlio con la Vita del Padre”.Maria come testimone?

“Maria ha vissuto una speciale accoglienza reciproca. Una speciale comunione e unione con il Figlio. Con l’intervento dello stesso Spirito che riempiva la vita di Gesù. L’ha concepito e portato nel grembo (Lc 1,26s). Per questa ragione ha condiviso in tutto la vita del Figlio. E la sua comunione con l’Amore del Padre. Come immagine e primizia della Chiesa e della sorte di tutti i battezzati nella sua morte e resurrezione (Rm 6)”.

Giacomo Galeazzi

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