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Il mattone come bene rifugio nella crisi. Effetto Covid sulla casa

La casa è ancora un bene rifugio nella crisi? Interris.it ha messo a confronto studi sul settore e indicatori economici. Sul valore della casa incidono due date: il 2008 e il 2020. Per decifrare l’andamento del mercato immobiliare non basta analizzare i segnali di frenata o di ripresa che si avvicendano nei volumi delle vendite e nei prezzi.

Calcolo complesso

Il mercato della casa è ancora ben lontano dai valori che si registravano prima della grande crisi globale del 2008. Il rapporto della federazione degli agenti immobiliari prende in considerazione gli immobili abitabili. L’andamento nel tempo delle quotazioni di un’azione o di un’obbligazione è sempre calcolabile con precisione. Quello di una casa, invece, è solo una stima della tendenza. Un immobile nuovo conserva il suo valore nel tempo. Quello usato tende a perdere valore. Soprattutto nelle grandi metrature.

La casa come valore

Il primo semestre 2021 si è chiuso con 93 mila aste immobiliari in tutta Italia. Una cifra in aumento dal primo semestre 2020, che si era concluso con 48.333 aste per effetto del Covid. Rispetto ai dati dello stesso semestre del 2019, però, c’è ancora una certa debolezza. Il calo, rispetto alle 131 mila aste dei primi sei mesi del 2019, è del 28,9%. Secondo i dati raccolti da Reviva, (www.vivacizzazioneaste.com), la prima startup specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari, il “crollo” dei numeri si unisce a quello del valore economico degli immobili. Ossia la somma dell’offerta minima del valore per partecipare all’asta. Nel 2021, siamo a 12 miliardi, contro i 16,3 miliardi del 2019.

Segnali

“I segnali sono positivi, da settembre si prevede un incremento fisiologico delle aste. Dovuto principalmente al venir meno della sospensione delle aste aventi ad oggetto la prima casa del debitore. Che è in vigore da oltre un anno“, osserva Giulio Licenza, co-fondatore di Reviva. “La sfida del settore sarà quella di sostenere le vendite e i prezzi. Perché aumenterà notevolmente l’offerta di immobili in asta, mentre la domanda è calata. A causa della crisi economica. Positivo è che il mercato delle aste ha un enorme margine di crescita. Pesa per circa il 10% rispetto al mercato libero. Quindi spostare anche il 2% degli acquirenti all’asta significherebbe aumentare del 20% le aggiudicazioni di immobili in asta“.

Effetto pandemia

Dal 9 marzo (inizio dell’emergenza sanitaria), è diminuita la ricerca di appartamenti di ridotta metratura in città. Il dossier Tecnocasa analizza il mercato immobiliare in pandemia. A partire dallo smart working. Dalla condivisione forzata di spazi ristretti. E dall’obbligo di residenza. Emerge il calo nella domanda di monolocali e bilocali. E l’aumentata ricerca di appartamenti più grandi. Con più servizi, spazi esterni, tranquillità.

 

Giacomo Galeazzi

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