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Barra: “Il fentanyl rischia di arrivare anche in Italia, ci si attrezzi in tempo”

“Le sostanze danno piacere e l’uomo come tutti gli altri animali cerca il piacere e sfugge il dolore”, sentenzia Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, l’agenzia nazionale della Croce rossa italiana in materia di droghe e dipendenze patologiche. Uno dei pionieri in Italia della lotta alla tossicodipendenza che lo impegna da oltre quattro decenni, a partire ai bordi delle strade fino ad arrivare al complesso di servizi per la cura e la riabilitazione nelle due palazzine della struttura, situata a Roma, dov’è nata nel 1976. Interris.it lo ha contattato per commentare l’ultimo rapporto sulle tossicodipendenze a cura del Ministero della Salute.

I numeri

Nel 2022 i 573 Servizi pubblici per le Dipendenze (Ser.D) italiani hanno assistito 129.259 soggetti dipendenti da sostanze, di cui 17.497 nuovi utenti (13,5%) e 111.762 già in carico o rientrati. Lo scrive il Rapporto tossicodipendenze 2022. “Queste cifre ci dicono che il sistema di posti deputati alla cura di chi fa uso di sostanze da noi è capillare, a differenza di altri Paesi come gli Stati Uniti, e questo è positivo. Anche se non significa che tutti funzionino o siano adeguati. Mentre il numero reale delle persone che assumono sostanze è sommerso ma è, purtroppo, elevato”.

Vecchi e nuovi

I nuovi utenti risultano più giovani, con un’età media di 35,9 anni rispetto ai 43,4 degli altri. Il 72,9% del totale presenta un livello di istruzione secondario, mentre i “vecchi” possiedono più titoli di studio fino alla scuola secondaria. Qual è il profilo di chi assume stupefacenti? “La droga è ‘democratica’. Tutti – ricchi e poveri, colti e illetterati, di quartieri chic e di quartieri proletari – possono cadere in questa trappola”, chiarisce Barra. Ritiene inoltre che nuovi utenti più giovani non testimoni che si chiede aiuto prima rispetto al passato: “All’inizio le persone vedono solo gli effetti apparentemente positivi e gratificanti della droga, poi quando hanno problemi in famiglia, con la giustizia o di natura fisica, chiedono aiuto”.

Funerale precoce

L’eroina resta la sostanza primaria più usata da chi è sottoposto a un trattamento, ma tra nuovi utenti è la cocaina la sostanza primaria d’abuso (38,5%). Mentre è in calo da anni la proporzione di persone che richiedono un trattamento per la prima, aumenta quella per l’uso della seconda. “L’alternanza c’è sempre stata”, puntualizza Barra. “L’eroina è un sedativo, un tranquillizzante, un antipsicotico, e quando si esagera, sia a livello individuale che sociale, si sente il bisogno di una sostanza che ecciti il sistema nervoso, come la cocaina. Poi quando si esagera con l’eccitante, si cerca il calmante. Questo ciclo è avvenuto negli ultimi trent’anni, mentre l’opinione pubblica aveva celebrato troppo presto il funerale dell’eroina”.

Crack e fentanyl

Ciò che preoccupa il fondatore di Villa Maraini sono “la comparsa del crack e il rischio che il fentanyl arrivi anche da noi”. Il primo, illustra, è molto diffuso perché a basso costo e a differenza dell’eroina, per cui c’è a disposizione il metadone, non si dispone di un supporto farmacologico adeguato. “Per il crack qualunque farmaco è come acqua fresca, ci vuole quindi una terapia basata sull’incontro, la conoscenza, il supporto. Non è sempre facile per tutti”, spiega. Il secondo “è ormai diffuso a livelli epidemici negli Stati Uniti ed è probabile che compaia anche qui, per cui chiediamo che ci si attrezzi in tempo”. Il fentanyl è un oppiaceo il suo ‘antidoto’ è il naxolone, continua il medico, un farmaco antagonista degli stupefacenti che si somministra in caso di overdose. “Negli ultimi 20-25 anni ci ha aiutato a salvare migliaia di persone”, aggiunge.

Fenomeno dinamico

Vediamo 700 tossicodipendenti al giorno, riteniamo di conoscere tutti quelli di Roma. Offriamo servizi di alta, media, bassa e bassissima soglia per adattare la terapia al soggetto, in base al suo grado di motivazione. Non tutti possono fare lo stesso trattamento, è qualcosa che richiede molto per cui bisogna essere motivati”. L’accoglienza di alta, media e bassa soglia si svolge nelle loro strutture, mentre la bassissima soglia avviene in strada. “Seguendo la strategia della riduzione del danno andiamo a cercare persone con tossicodipendenza nelle strade per distribuire siringhe pulite ed evitare la trasmissione di malattie infettive”. Racconta che anni fa un’elevata percentuale di coloro che raggiungevano era positiva all’epatite C, crollata poi con la distribuzione del materiale di profilassi. “La droga è un fenomeno dinamico, mentre l’Italia è affetta dalla burocrazia, di cui sono prigionieri anche i servizi. Non lo si affronta con una delibera, serve mandare gli operatori per strada, perché è lì che si trovano tante persone con dipendenza da sostanze”, conclude Barra.

Lorenzo Cipolla

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