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“Impauriti, fragili, destabilizzati”. L’urgenza di occuparsi dei bambini in fuga dalla guerra

I bambini sono le prime vittime della guerra. Cefalea. Difficoltà di sonno. Mancanza di concentrazione. Sono i sintomi ricorrenti riscontrato nei bambini visitati all’Antoniano di Bologna. Si tratta delle conseguenze del continuo stato di allerta cui sono sottoposti i bambini in fuga dall’ Ucraina da quando è iniziata la guerra.

Bambini in ansia

L’esperienza traumatica che hanno vissuto non abbandona i bambini. Nonostante ora siano al “sicuro” e lontani dalla guerra. Lo testimonia una mamma scappata con i due figli. Lasciando il marito in Ucraina a combattere. Il figlio, in età scolare, è sempre collegato al cellulare. Per sapere quando scattano gli allarmi. E se ci sono incursioni aeree. Il bambino corre sempre da lei non appena riceve la comunicazione. E così anche lei è sempre in allerta. E’ come se ci fosse un filo continuo. Tra loro e la guerra che hanno lasciato. Ciò non gli permette mai di sentirsi al sicuro. E di trovare energie rinnovate per affrontare la quotidianità. Durante la visita, il bambino reagiva con comportamenti istintuali di fuga. Anche in risposta a semplici rumori ambientali. Si alzava in piedi di scatto sentendo una porta aprirsi.

Spazio esperienziale

A confermarlo è la neuropsichiatra infantile dell’Antoniano. Spiega la dottoressa Annarosa Colonna: “La prima cosa da fare per prevenire o gestire un disturbo post traumatico è diminuire lo stato di allerta costante. Nel quale vivono sia gli adulti sia i bambini. Sarebbe di grande aiuto avere a disposizione uno spazio esperienziale. Per fare ricorso a canali non verbali ma espressivi. Come l’arte, la musica e il movimento. Ciò per accedere alla componente emotiva. In modo delicato e graduale. Permettendo una rielaborazione dei vissuti. Ed una riduzione dello stato di attivazione. “Impauriti. Fragili. Destabilizzati. I bambini in fuga dalla guerra manifestano difficoltà comportamentali. Dovute all’esperienza traumatica che hanno vissuto. Si tratta, in particolare, di manifestazioni di iper-allerta con disregolazione emotiva. Sono bambini attenti ad ogni piccola variazione dell’ambiente.

Odessa 16/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Imagenella foto: profughi ONLY ITALY

Comportamenti disadattivi

Rumori, movimenti e tutto ciò che accade intorno a loro. A cui rispondono con un’iperattivazione. Si alzano. Si avvicinano subito all’adulto di riferimento. E interrompono l’attività che stavano svolgendo. Queste manifestazioni sono ancora più evidenti in caso di disabilità. Laddove i comportamenti disadattivi sono estremizzati. E’ fondamentale, quindi, stare accanto ai bambini in fuga dalla guerra anche dal punto di vista psicologico. A tre mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina, sono circa 7,5 milioni i bambini in pericolo. E tra questi oltre 39.000 hanno trovato rifugio in Italia.

Kiev 04/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image nella foto: profughi ONLY ITALY

Orrori della guerra

Si tratta di bambini che, prima di raggiungere un posto sicuro, hanno vissuto in prima persona non solo gli orrori della guerra. Ma anche un distacco improvviso dalla propria quotidianità. E dal proprio ambiente. “Bambini a cui è molto importante stare accanto non solo dal punto di vista materiale. Ma anche dal punto di vista emotivo”, spiega fra Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano. Che sin dall’inizio dell’emergenza si è attivato per sostenere le persone in fuga dalla guerra. Offrendo sia aiuto materiale che supporto emotivo e psicologico. Attraverso il centro terapeutico. E il centro di ascolto dell’organizzazione.

Giacomo Galeazzi

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