L’albinismo è una malattia rara, stabile, non contagiosa ed ereditaria che comporta una riduzione o assenza della pigmentazione della melanina nella pelle, nei capelli e negli occhi, causando una vulnerabilità all’esposizione del sole. In Africa – in particolare nell’area subsahariana, con il più alto numero in Tanzania – la percentuale di persone affette da questa condizione è molto più frequente rispetto al resto del mondo. Essere affetti da albinismo significa subire amputazioni e uccisioni, a causa delle superstizioni. Nascere con l’albinismo vuol dire essere maledetto, condannato a morte.
Vengono chiamati zeru zeru ovvero “fantasma”, “invisibile” e “inumano”. Ogni parte del corpo – dagli arti ai genitali, dalla pelle ai capelli e gli occhi – rischia di essere tagliato e venduto ai witch doctors, stregoni o guaritori, che si approfittano dell’ignoranza e delle superstizioni per crearne talismani porta-fortuna, pozioni magiche, cercare l’oro in miniera, predire il futuro e gettare il malocchio. Comporta solitudine, povertà e rifiuto. Un neonato viene visto come una punizione divina dalla famiglia, il bambino viene messo sotto al sole il più possibile affinché la pelle assuma il colore appropriato, anche se non serve a nulla. Le donne stuprate perché si crede che avere un rapporto sessuale possa curare dall’AIDS.
È una vita ai margini della società data la difficoltà nel trovare un lavoro, con mancanza di istruzione e di assistenza dovuto alle superstizioni a loro associate. Senza dimenticare la necessità di creme solari protettive, di un vestiario adatto, di occhiali da vista e da sole. Inoltre, anche dopo la morte, si effettuano pratiche di dissotterramento dei cadaveri. Una discriminazione per una condizione di cui non si ha decisione. È preferibile utilizzare “persone con albinismo” rispetto ad “albino” perché mette la persona prima della sua condizione. È possibile che neppure l’intervento della polizia, nel fermare i witch doctors, possa fermare il fenomeno perché la popolazione è frustrata, insoddisfatta, e spaventata. Le persecuzioni contro le persone albine riguardano tutti e le azioni da parte dei cittadini e dei governi possono aiutare a limitare le gravi violenze che subiscono. Le persone albine – e non – lottano per sé stesse e per il prossimo e si organizzano in associazioni per reclamare il loro diritto alla vita.
Arianna Pisano
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