Solo risolvendo la questione politica sarà possibile avere una Banca centrale europea sul modello della Federal Reserve. Solo un governo europeo voluto dal popolo potrà farci uscire da una situazione così precaria e fragile. Questo è ciò che il referendum greco, nei fatti, al di là della specificità della vicenda, mette all’ordine del giorno. Dobbiamo sperare che così finisca un’insipienza che tanto danno ha fatto e fa agli interessi popolari e alla cultura democratica su scala mondiale.
Uscire dall’Euro è un errore gravissimo per chiunque lo mediti o lo faccia; una follia non solo collettiva ma anche per le singole realtà. Per l’Italia ad esempio sarebbe esiziale; tornare alla lira vorrebbe dire pagare tutto più del doppio, e per chi ha esposizioni forti come i greci e gli italiani replicare il debito in un solo giorno. Però l’euro per stare in piedi deve avere una sua legittimità politica e una banca che prenda ordini non da oligarchie economico-tecnocratiche.
Se ci fosse una classe politica davvero coscienziosa e non impegnata solo a cavalcare l’onda, fondata su questioni reali di interesse collettivo, coraggiosa, dovrebbe difendere l’Euro creando le condizioni per una politica comune. A dire il vero, mancano gli statisti che abbiano un tale respiro e un tale prestigio da tirare il carro anche dove al momento non conviene. Ci vorrebbe una classe politica lungimirante che non girasse col termometro della popolarità spicciola.
Se non ci sbrighiamo a capirlo sarà troppo tardi. I russi, per esempio, stanno lavorando per un accordo forte con Turchia, Grecia e Cipro, cosa che può anche mettere dura prova la stabilità della Nato con l’istallazione di una base navale russa nel cuore del Mediterraneo. Non sono solo iniziative di disturbo, ma conseguenze dell’incapacità dell’Europa di autoregolarsi.
Il governo Renzi, che oggi è solo impegnato a vedere tedeschi e francesi come referenti sulle questioni europee, deve far tornare l’Italia ad essere il luogo della diplomazia. Perché non chiedere che a Roma si faccia una vera e propria conferenza con tutti i soggetti? Se il premier volesse uscire da questo imbarazzante silenzio che sta portando allo svuotamento del ruolo storico di un grande Paese che ha sempre condiviso la gestione dei momenti salienti, questo deve fare: proporre un tavolo di confronto a nella Città eterna sul grande tema degli Stati Uniti d’Europa, facendosi capofila del cambiamento politico.
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