Intervento

Programma “100 cattedre”: per una società più inclusiva

Uno stile di vita indipendente e la piena partecipazione a tutti gli ambiti della vita sono obiettivi chiari della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. A tal proposito, gli Stati membri si sono impegnati a misure che garantiscano parità di accesso, per esempio, all’ambiente fisico, all’informazione e alla comunicazione.

In Germania, presso il laboratorio “Accessibilità digitale e sistemi di assistenza per le persone con disabilità” presso il Karlsruhe Institute of Technology (KIT), è in corso la ricerca su come l’interazione delle tecnologie digitali e la progettazione dell’ambiente spaziale negli edifici e nelle città possa consentire tutti la partecipazione sociale, garantendo un piano di parità e in modo autodeterminato. “Il nostro obiettivo è costruire un ponte tra le persone, la tecnologia e l’ambiente spaziale. Per fare questo, combiniamo la ricerca in informatica e architettura”, afferma la professoressa Kathrin Gerling, che studia l’interazione uomo-macchina e, insieme all’architetto professoressa Caroline Karmann, forma il primo di numerosi nuovi “tandem” di cattedra al KIT. In ciascuno di questi tandem, un professionista che arriva dal mondo delle scienze umane e sociali e un altro con background di studi di scienze ingegneristiche e naturali fanno scienza insieme. “Insieme esaminiamo le interfacce tra la tecnologia, l’ambiente costruito e le persone che lo abitano. È così che esploriamo il potenziale delle nuove tecnologie per abbattere le barriere per le persone con disabilità”, spiega Karmann. L’obiettivo è una società più inclusiva e accessibile.

Con questi “tandem di professori” (KIT Real-World Lab Professorships), il KIT persegue un approccio interdisciplinare unico. Le vere e proprie cattedre di laboratorio fanno parte del programma “100 cattedre” con cui KIT renderà ancora più efficiente e agile la propria ricerca di avanguardia entro dieci anni. In primo luogo, verranno allestiti, entro il 2025, veri e propri laboratori per i sistemi autonomi, per l’interazione uomo-macchina e l’accessibilità e per la gestione dei rischi. Ne seguirà un quarto sulle strategie di rischio per la transizione energetica decentralizzata.

Kathrin Gerling si occupa dell’accessibilità delle tecnologie interattive e centrate sul corpo, come i sistemi indossabili o la realtà virtuale dal punto di vista dell’assistenza e della partecipazione. “Per me, si tratta di creare accessibilità che vada oltre il semplice superamento degli ostacoli e consenta agli utenti di vivere esperienze positive e arricchenti”, afferma l’informatica che, insieme a Karmann, studierà come utilizzare le tecnologie appropriate in combinazione con l’ambiente costruito per abbattere le barriere e migliorare la qualità della vita delle persone disabili.

Caroline Karmann lavora alla progettazione di edifici, attenta al clima e senza barriere, e di città che possano supportare una vita autodeterminata per le persone con disabilità. “Quando parliamo di inclusione nell’ambiente costruito, significa che le persone possono sentirsi accolte e appartenere, indipendentemente dai limiti individuali. Prendiamo un edificio del campus: come possiamo progettare l’ingresso, la circolazione, la segnaletica, la disposizione delle stanze, l’illuminazione e l’acustica in modo tale che i luoghi siano totalmente fruibili, ad esempio, per le persone con disabilità visive? La tecnologia può portare a ulteriori soluzioni qui. Ad esempio, un’ispezione digitale delle stanze utilizzando la realtà virtuale prima di entrare in un luogo sconosciuto potrebbe aiutare l’utente? Le nostre domande di ricerca riguardano la sicurezza e il comfort degli spazi per tutti, ed è importante per noi sviluppare le nostre soluzioni insieme alle persone con disabilità”, afferma l’esperta di costruzioni.

Le due scienziate stanno lavorando a stretto contatto con il Centro per l’accessibilità digitale e le tecnologie assistive ACCESS@KIT. Il centro supporta gli studenti disabili del KIT. Attualmente ci sono circa 30 studenti con cecità o disabilità visive.

L’ammissione del KIT è quella di creare e trasmettere conoscenza per la società e l’ambiente. L’obiettivo è dare un contributo significativo alle sfide globali nei settori dell’energia, della mobilità e dell’informazione. Circa 9.800 dipendenti lavorano insieme su un’ampia base disciplinare nelle scienze naturali, ingegneria, economia, scienze umane e sociali. Il KIT prepara i suoi 22.300 studenti a compiti responsabili nella società, negli affari e nella scienza attraverso studi universitari orientati alla ricerca. L’attività di innovazione presso il KIT si prefigge di colmare il divario tra conoscenza e applicazione per il beneficio sociale, la prosperità economica e la conservazione delle nostre fondamenta naturali della vita.

Paolo Berro

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