«Fino a quando, Signore, – il profeta Abacuc grida – implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido: “Violenza!” e non soccorri? Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione? […] Tu dagli occhi così puri che non puoi vedere il male e non puoi guardare l’iniquità, perché, vedendo i malvagi, taci mentre l’empio ingoia il giusto?» (Ab 1,2–3.13). Siamo disperati, paralizzati, inermi, ma non sconfitti difronte al dramma atroce e inaccettabile della violenza, degli abusi sui piccoli e gli innocenti. Troppe sono le vittime e il male perpetrato: una aberrazione indicibile che non può trovare nessuna giustificazione. Quali parole dobbiamo utilizzare per suscitare la responsabilità e l’impegno per far cessare il male sui bambini e le persone vulnerabili. Non si trovano più espressioni per chiedere, con profondo dolore e la partecipata compassione e misericordia. Inquantificabile è il numero dei bambini che sono ignominiosamente abusati, violati, lacerati, commercializzati e ostentati come trofei. Piccole croci piantiate, accanto alla Croce di Gesù.
Risuona sempre più intensa e forte questa drammatica domanda; è un suono prolungato nel tempo e straziante che lacera le carni dell’Innocente e dell’innocenza; che squarcia l’impenetrabile indifferenza e il cuore malato dei malvagi: Signore converti i cuori senza amore. Come il profeta Abacuc, Ti provochiamo e Ti chiediamo una risposta. Ti chiediamo di intervenire, Ti chiamiamo in causa per ogni vittima di abusi per dargli giustizia e pace, per fargli sentire la Tua tenerezza e la Tua carezza di Padre buono e Consolatore.
Come non ricordare in questa Settimana Santa, nel Triduo Pasquale, Gesù Cristo che ci ha amati anche quando eravamo nemici ed è morto in Croce per noi. Come non chiedere la conversione della mentalità malvagia e nemica dell’Amore, come non implorare i “non abusi”, la “non violenza”, la edificazione, impegnandosi nel costruire, la “civiltà della vita e dell’amore”. Gesù Cristo, morendo in Croce, e risorgendo dalla morte, ha reso i sepolcri della vita “vuoti” confermando che in Lui, tutto diventa vita piena. Ecco perché ci ha chiesto di amare come Lui, ci invita perfino di amare i nemici e di farci prossimo del più lontano; di amare i bambini e i poveri come lui stesso li ha amati, fino in fondo.
Tutta la sofferenza dell’umanità. Quel silenzio nella Passione del Signore, per chi vuol vedere e sentire la profondità di quella scelta, ha lacerato il “velo del Tempio”: il grido dell’uomo, via della Chiesa, amato e redento dall’a sconfinata e traboccante misericordia di Dio. Non so perché, ho intravisto le braccia amorevole della Vergine addolorata, Maria Ss., la Madre di Gesù, che abbracciava il Papa: tutta l’umanità.
Quando finirà questa sofferenza? Impegniamoci, tutti, tanti, molti. Impegnati tu.Posso abbracciarti, padre Fortunato? Me lo chiedono tanti bambini, quando mi incontrano, e mi sono chiesto il perché di questa richiesta d’amore. Mi abbracciano e li accarezzo, con tenerezza, così come sono stato accarezzato da Dio. In quei piccoli cuori abbracciati in Via Crucis, ho sperato e ritrovato la “risurrezione”, di Gesù Cristo. Sempre.
Rafah potrebbe essere risparmiata dall'operazione militare di Israele. A rivelarlo sono proprio fonti israeliane, secondo…
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha deciso di scendere in campo per le prossime…
Luigi Maria Grignion era nato il 31 gennaio del 1673 a Montfort-la Cane, un comune…
Nella meravigliosa cornice di Piazza San Marco, a Venezia, Papa Francesco celebra la Santa Messa…
Un incontro non con i giovani ma con le nuove generazioni. Per le quali il…
Un desiderio realizzato, quello di essere alla Biennale d'Arte di Venezia. Lo ha rivelato Papa…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni