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Pd, M5S e la caccia al voto di destra

Del cinema di Nanni Moretti, tranne le ultime prove, si ricordano più le battute delle scene stesse. Di fotografie memorabili, intese come sequenza d’immagini, ne sono passate alla storia ben poche. In fondo il regista romano più che un architetto della celluloide è un ingegnere della parola, costruita per aderire a quel determinato fotogramma. Da “dì qualcosa di sinistra” a “continuiamo così, facciamoci del male” passando per “le parole sono importanti“, Nanni ha lastricato milioni di discorsi con le sue citazioni, senza le quali sarebbero scatole vuote.

Eppure “dì qualcosa di destra” non è una frase che gli appartiene. La cronaca di questi giorni è arrivata a scippargli il primato. A battere sul tempo Moretti o, molto più semplicemente a declinarlo in base alla convenienza, sono stati Matteo Renzi e gli esponenti di punta del Movimento 5 Stelle. Il segretario del Pd, nel suo solito eccesso di protagonismo, ha scippato alla Lega uno dei suoi cavalli di battaglia in materia d’immigrazione: aiutiamoli a casa loro. Lo slogan è apparso in un manifesto del partito, poi ritirato a seguito della rivolta scattata sui social. L’ex premier, in evidente debito di ossigeno elettorale, ha bisogno di pescare in altri bacini e l’unico disponibile è quello del centrodestra. Da qui l’invasione di campo.

I pentastellati, invece, vanno perseguendo da tempo questa tattica, con strumenti ben più affilati. Prendete il caso dello ius soli. Alcune settimane fa Roberto Fico, dimostrando come non vi sia la necessità di chiedere ai 5 Stelle di dire qualcosa di destra sapendolo fare benissimo da soli, ha affermato che “la legge sullo ius soli è un pastrocchio. Parlare di cittadinanza significa affrontare un tema di livello europeo, farlo solo noi è inutile. Noi siamo per i diritti civili, lo siamo sempre stati. Sulle unioni civili eravamo d’accordo ma hanno messo la fiducia al ‘super canguro‘ e non potevamo certo votarla. Chi ci accusa di essere strumentali per prendere voti a destra dice una stupidaggine (eufemismo ndr)”. Più chiaro di così.

Il problema è che quanto cerca di negare Fico, trova una chiara corrispondenza nei fatti. In fondo i calcoli elettorali, strettamente connessi ai sondaggi, sono evidenti. L’unico elettorato mobile è quello di centro che guarda a destra. Ed è lì che bisogna pescare. Tanto dal Pd quanto dal Movimento 5 Stelle.

Il problema vero è che sparite le ideologie sono defunte anche le idee ed oggi stiamo celebrando il funerale del buonsenso. Aiutarli a casa loro, in fondo, non dovrebbe essere né di destra né di sinistra, ma semplicemente figlio della realtà. Solo che il presente fa paura, mentre il passato, o l’irreale, alimenta dibattiti fine a stessi, capaci di distrarre l’opinione pubblica. Come nel caso dell’architettura del Fascismo e i suoi simboli. La storia ha già emesso la sua sentenza, passata in giudicato, ma nessuno vuole accettare il dato di fatto. Creando falsi problemi. Come se ne avessimo bisogno….

Macario Tinti

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