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Il coraggio di decidere

Giro l’Italia in lungo e largo per la mia attività di inviato Rai, la nostra splendida Penisola mi accoglie e mi rendo conto quanta diversità di vitalità culturale e di vita sociale esista da un comune a un altro, da una regione ad un’altra. Parlando spesso con Sindaci, Assessori, Presidenti di Province e Regioni di luoghi un po’ più dormienti rispetto ad altri, sento dare colpe alla mancanza di fondi oppure agli eccessi della burocrazia; e via la italica litania dell’impossibile: Non si può fare… Dobbiamo chiedere l’autorizzazione… Va presentata una domanda… Va inoltrata la pratica…

Mi domando perché se tutti i Comuni sono sotto un unico Stato, nello specifico la Repubblica Italiana, e quindi sotto una stessa legislatura, molti riescano a “dare vita” a iniziative che cambiano il volto delle città e altri no… Una risposta me la sono data: i luoghi dove le iniziative prendono forma sono quei luoghi dove ci sono amministratori abili ma soprattutto coraggiosi, che si assumono pur piccole responsabilità. Altrimenti venendo a mancare la parte umana, la valutazione personale delle proposte dei cittadini, la decisione e l’assunzione di precise responsabilità da parte dell’Uomo politico, accadrà, così come già accade per iniziativa di molte aziende nel fornire servizi ai cittadini, che Sindaci e assessori saranno sostituiti da Call Center o siti internet con risponditore automatico.

In un momento difficile per tutti come questo se si vogliono gestire Città e Persone serve intraprendenza. Non vuol essere il mio un desiderio di vedere un Sindaco trasgredire o invitare ad andare fuori dalla legalità, ma laddove non ci sono risorse bisogna avere coraggio e agevolare associazioni, gruppi sociali e quanti hanno idee cercando di chiudere un occhio sulle stringenti norme della burocrazia, assumendosi da buon padre della Comunità Familiare, a volte con una firma a volte con un’archiviazione di una pratica, alcune piccole responsabilità. Chi lo fa non va denigrato ma applaudito.

Impropriamente parliamo di “politici” alla guida dei nostri territori, confusi dal fatto che in campagna elettorale ci sia un cartello di partiti a fare da riferimento; in realtà coloro che siedono nelle stanze dei bottoni sono “amministratori”, e come tali si devono comportare. Nessuno ha chiesto loro di assumersi un compito così gravoso come quello di guidare una comunità in un periodo storico come questo, e dunque a loro – chw questa scelta hanno fatto – spetta il compito di risolvere i problemi. Troppo facile fermarsi dentro una firma o il comma di una norma, troppo comodo decidere di non decidere. Non si parla di andare contro la legge ma oltre. Si può fare, chi lo fa vince.

 

Autore Ospite

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