Intervento

Chi sono i giovani Hikikomori

Il termine “ritiro sociale volontario” si riferisce a tutte quelle situazioni in cui ragazzi e giovani adulti, in gran prevalenza di sesso maschile e provenienti da famiglie di tutti gli strati sociali, decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (Ranieri, 2016; Kato et al., 2020). Questo fenomeno, maggiormente indagato in Giappone a partire dagli anni ‘90, per il quale si usa il termine “Hikikomori”, il quale indica propriamente il comportamento di auto reclusione nella propria stanza a causa da un forte sentimento di vergogna sociale nei confronti dei propri pari e ad un senso di inadeguatezza prestazionale rispetto alle richieste del contesto in cui, i giovani coinvolti, si trovano.

In Italia, secondo uno studio condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc), ci sarebbero più di cinquantamila adolescenti che vivono quasi esclusivamente nella propria camera, utilizzando prevalentemente internet per comunicare con gli altri. Alla base di questo, c’è una forte ansia sociale per cui, chi ne è lambito, fa fatica ad adattarsi alla società e ad avere relazioni sociali con i coetanei, convincendosi così di stare meglio da soli. Inoltre, molto spesso, alcune cause concomitanti che contribuiscono all’emersione di questa condizione sono rappresentati dai rapporti difficoltosi con i genitori e/o da una ritrosia verso qualsiasi forma di socialità, come ad esempio le attività extra scolastiche, sportive o l’uscire con gli amici. In altre parole, si tratta di un fenomeno multifattoriale, che è dato da una concatenazione di fattori individuali, familiari e sociali.

Quindi, è sempre utile ed importante cogliere i primi segnali di disagio nei giovani, valorizzando i momenti di ascolto e di dialogo, nonché incoraggiando le relazioni tra pari. Inoltre, è importante fare tutto il necessario per instaurare con il giovane un dialogo non giudicante per aiutarlo ad aiutarsi mettendo al centro la salvaguardia del suo benessere e, ove necessario, il supporto professionale psicologico e/o psichiatrico adeguato.

Claudio Marcassoli

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