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Il “wi-fi” gratuito della fede

C’è un grido, un desiderio di senso inarrestabile che nasce dalle profonde radici dell’essere umano che con grande sorpresa i credenti hanno fin dall’antichità percepito come la chiamata che Dio rivolge ad ogni persona. Questo ci fa riflettere: è l’uomo che chiama Dio o piuttosto non è egli chiamato da Dio di modo che i suoi desideri profondi sono già sempre una risposta a qualcosa o qualcuno che lo attrae?

Il cuore dell’essere umano è spesso abitato e tormentato da tante domande che lui stesso pone e si pone proprio a causa della sua umanità, desiderando ardentemente ricevere risposte. Con il lavoro, il ragionamento, la ricerca, la preghiera, l’uomo è capace anche di dare le risposte ad alcuni dei suoi “perché”, ma non a tutti. Possiamo infatti facilitare questa riflessione distinguendo due diversi tipi di domande: quelle alla portata d’uomo, cioè quelle che riguardano la vita umana e le cui risposte sono raggiungibili attraverso le facoltà umane anche se non in modo immediato; e quelle che superano l’essere umano, cioè quelle la cui risposta dipende in qualche modo da un principio originario, da Dio. Quest’ultime sono le domande che riguardano il senso della vita come ad esempio: chi sono? Perché esisto? Perché c’è il male? Perché la sofferenza? Tutti interrogativi ai quali l’essere umano da solo non può rispondere, perché sono fuori dalla sua portata.

Perciò l’uomo vive in sé una mancanza di senso, un vuoto, e la tradizione dei credenti ha colto in esso l’invito di Dio, per ogni persona, ad uscire da sé stessa per cercare la propria identità e realizzazione all’interno di una relazione e comunione con lui. Una chiamata che parte dall’interiorità, potremmo dire dal cuore, e che libera ogni persona da ogni forma di narcisismo ed autoreferenzialismo. A volte ci si può illudere di dare senso alla propria vita riempiendo tutto il tempo che si ha a disposizione con una lista interminabile di cose da fare, senza lasciare alcuno spazio per questo viaggio oltre se stessi: nel silenzio della preghiera o nel servizio del prossimo, perché si è sempre troppo presi dalle molteplici occupazioni che frammentano l’esistenza. A volte l’eccessivo stress fa perdere talmente la bussola che si arriva a vedere intorno solo il caos, a dire che tutto dipende dal caso e perfino che l’esistenza e la storia non hanno alcun senso. Anche i valori umani, quando perseguiti come degli assoluti, diventano delle illusioni che sfociano in ideologie e causano tante sofferenze. D’altronde ciò che è solamente umano, per quanto bello, non potrà mai appagare la sete di assoluto ed eternità che l’essere umano porta in sé!

Allora come fare per non perdere la chiamata di Dio? Bisognerebbe fare più attenzione ad assicurare il tempo dell’ascolto della sua parola e della comunione sacramentale con lui, il tempo per la meditazione personale e per la vita comunitaria in famiglia, in parrocchia, al lavoro, e in ogni altro ambito di vita in cui è possibile sperimentare la gioia di questo incontro, specialmente condividendo la vita con gli ultimi, i più deboli e indifesi. Per adottare una terminologia contemporanea potremmo dire che è necessario connettersi con Dio per non perdere la sua chiamata, ed è possibile farlo mediante la wi-fi gratuita della fede che è custodita nella Chiesa. Solo per mezzo della fede è infatti possibile stabilire quella connessione che aiuta ad accogliere la ragionevolezza dell’esistenza di Dio e, piano piano, a disporsi ad accettare che la propria esistenza dipende da lui.

La fede è la prima risposta che l’uomo può offrire a Dio, essa è alla base di un autentico incontro personale con lui che sempre trasforma, sorprende e dona pace. Proprio nella misura in cui ci si mette a disposizione di Dio per riceverlo, senza alcuna pretesa di dominio o sopraffazione, seppur sempre rimanendo vigili, assolutamente non passivi, si riesce a sperimentare la sua bellezza, la sua forza, il suo perdono e l’urgenza della sua chiamata. Per il cristiano c’è un unico luogo accessibile all’uomo per comprendere pienamente la chiamata di Dio: è nella persona di Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, che ha attratto e attrae tutti a sé nel rivelare l’eterna comunione di amore tra lui, il Padre e lo Spirito Santo. Tutti sono chiamati a partecipare!

don Marco Mondelci

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