Sono 114 milioni le persone sfollate nel mondo a causa di guerre, carestie, instabilità politica. Si tratta di un numero mai raggiunto prima, sottolinea l’Alto Commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, al Forum Globale sui Rifugiati (Global Refugee Forum), l’evento che si tiene presso la sede dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati a Ginevra ogni 4 anni. Riportiamo il sunto dell’intervento di Gradi da L’Osservatore Romano.
Nel mondo ci sono ben 114 milioni di sfollati, un numero mai raggiunto prima. Si è aperto ieri con questo dato il Forum Globale sui Rifugiati (Global Refugee Forum), che si tiene ogni quattro anni presso la sede dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) a Ginevra. Le conclusioni sono previste per domani, 15 dicembre, con gli organizzatori che puntano a incentrare i lavori sulle soluzioni piuttosto che sulle crisi, al fine di sostenere gli obiettivi del Patto globale sui rifugiati. In agenda la firma da parte di 32 organizzazioni dell’Onu e 49 team nazionali del “Common Pledge 2.0” delle Nazioni Unite, finalizzato a sostenere i Paesi che più ospitano i rifugiati nell’erogazione dei servizi, come l’istruzione, la salute, l’acqua e i servizi igienici, gli alloggi e la protezione sociale, nonché l’accesso a un lavoro dignitoso.
Il numero di persone sfollate e apolidi nel mondo continua a crescere ogni anno e ha ormai superato i 114 milioni, di cui 36,4 milioni di rifugiati. Le nuove crisi, quelle che si riaccendono e si protraggono nel tempo, dall’Ucraina al Sudan, dall’Afghanistan al Venezuela, significano che le sfide dello sfollamento toccano ormai ogni angolo del mondo.
«I numeri non raccontano le storie reali», ma il dato di 114 milioni di sfollati «è importante per iniziare la nostra riflessione» in quanto «rappresenta il numero dei rifugiati e degli sfollati dalle persecuzioni, dalle violazioni dei diritti umani, dalle violenze, dai conflitti armati, dai gravi disordini pubblici che li hanno costretti a lasciare le loro case: 114 milioni di sogni infranti, vite distrutte, speranze interrotte», ha dichiarato in apertura dei lavori l’Alto Commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, il quale ha parlato di dati che riflettono «una crisi di umanità».
Dopo aver fatto riferimento alla crisi umanitaria a Gaza, alla condizione dei civili in Sudan e in Ucraina, alle «crisi protratte come il problema dei Rohingya, la situazione in Siria, l’Afghanistan, le lotte in corso nella Repubblica Democratica del Congo, la crescente insicurezza nel Sahel, i drammatici flussi di persone attraverso le Americhe, il Mediterraneo e il Golfo del Bengala», Grandi ha richiamato il problema della grave carenza dei finanziamenti internazionali. L’Alto Commissario ha quindi ringraziato alcuni Paesi co-organizzatori dell’evento. «Non è un caso che Giordania, Colombia e Uganda sono tra questi», ha osservato riconoscendo che, pur tra molte difficoltà, sono da anni tra i principali Paesi ospitanti dei rifugiati.
Fonte: L’Osservatore Romano
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