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Proteste contro Milei per il decreto su deregulation e privatizzazioni

Il neo presidente argentino Javier Milei ha annunciato un mega-decreto per la deregulation economica nazionale. Tra le 300 derogazioni annunciate, c’è anche quella della legge che impedisce la privatizzazione delle aziende statali e la loro trasformazione in società anonime. Migliaia di persone si sono riversate nelle strade della capitale dell’Argentina, Buenos Aires, per protesta contro Milei.

Argentina: Milei, mega-decreto su deregulation e privatizzazioni

Il presidente dell’Argentina, Javier Milei, ha annunciato un mega-decreto per la deregulation dell’economia presentato come la “base per la ricostruzione” del Paese. In un video trasmesso a reti unificate, Milei ha presentato 30 delle circa 300 deroghe e disposizioni contenute nel decreto. Tra queste la derogazione della legge che impedisce la privatizzazione delle aziende statali e la loro trasformazione in società anonime; la derogazione delle leggi di promozione industriale e commerciale; la deregulation dei cieli e la privatizzazione della compagnia di bandiera Aerolineas Argentinas; la deregulation dei servizi di internet satellitare per permettere l’ingresso di operatori come Starlink.

Argentina: subito proteste contro il mega-decreto di Milei

Migliaia di persone si sono riversate nelle strade della capitale dell’Argentina, Buenos Aires, per protestare contro il mega-decreto per la deregulation dell’economia e la privatizzazione di tutte le aziende statali annunciato dal presidente dell’Argentina, Javier Milei. La protesta, iniziata timidamente già pochi minuti dopo l’annuncio, è sfociata con il passare dei minuti in una grande manifestazione spontanea che si è diretta da diversi punti della capitale verso la piazza del Congresso, nel centro della città, dove verso la mezzanotte erano già radunate diverse migliaia di argentini. “Milei spazzatura, sei la dittatura”, è il coro più ascoltato tra i manifestanti che portano con sé e battono le iconiche pentole come nei ‘cacerolazos‘ della drammatica crisi del 2001.

Fonte: Ansa

redazione

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