L’Aiea (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica) ha espresso la propria “crescente preoccupazione” sulla natura “pacifica” del programma nucleare iraniano. Vediamo il perché dei timori dell’agenzia e quali erano i patti stabiliti con l’Iran sull’arricchimento dell’uranio.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica è un’agenzia intergovernativa autonoma fondata il 29 luglio 1957 con lo scopo di promuovere l’utilizzo pacifico dell’energia nucleare e di impedirne l’utilizzo per scopi militari, incluso l’utilizzo per lo sviluppi di armamenti nucleari.
E’ stata incaricata di verificare la natura pacifica del programma nucleare iraniano alla firma del “Piano d’azione congiunto globale” (meglio noto come “accordo sul nucleare iraniano”), accordo raggiunto a Vienna il 14 luglio 2015 tra l’Iran, l’UE e il P5+1; vale a dire tra il Paese dell’Ayatollah Alì Khamenei e i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti) più la Germania e l’Unione europea.
L’Agenzia ha espresso le sue “crescenti preoccupazioni” – scrive Ansa – perché le scorte di uranio arricchito del nucleare iraniano hanno superato di 27 volte il limite autorizzato.
“Le dichiarazioni pubbliche fatte in Iran riguardo alle sue capacità tecniche di produrre armi nucleari – si legge in un rapporto confidenziale visionato dall’agenzia Afp – non fanno altro che aumentare le preoccupazioni del direttore generale sulla correttezza e completezza delle dichiarazioni dell’Iran”. Il limite delle scorte di uranio era uno dei punti del Piano d’azione congiunto globale.
Il Piano d’azione congiunto globale è l’accordo internazionale sull’energia nucleare in Iran siglato nel luglio 2015 tra l’Iran, il P5, la Germania e l’UE.
In base all’accordo, l’Iran ha accettato di eliminare le sue riserve di uranio a medio arricchimento, di tagliare del 98% le riserve di uranio a basso arricchimento e di ridurre di due terzi le sue centrifughe a gas per tredici anni. L’Iran ha pattuito di non costruire alcun nuovo reattore nucleare ad acqua pesante per lo stesso periodo. Per i successivi quindici anni – dunque fino al 2300 – l’Iran potrà arricchire l’uranio solo al 3,67%.
In cambio del rispetto dei suoi impegni, l’Iran ha ottenuto la parziale cessazione delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, emanate a causa del suo programma nucleare.
I conflitti in corso stanno portando a trascurare la minaccia nucleare iraniana in un momento in cui le capacità dell’Iran di costruire armi nucleari non sono mai state così grandi.
Secondo il contatore Geiger del think tank statunitense Institute for Science and International security (ISIS), la minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano è infatti arrivata per la prima volta al livello di “Pericolo estremo”: è la prima volta che il contatore ha raggiunto questo livello, spiegano gli analisti.
“La minaccia è stata in parte alimentata dagli attacchi terroristici di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, dalla successiva invasione di Gaza e dagli attacchi effettuati da gruppi sostenuti dall’Iran, tra cui la Jihad islamica palestinese, Hezbollah e Ansar Allah (Houthi)”.
E’ ora da vedere come le Nazioni Unite e le Organizzazioni internazionali intendano controbilanciate la situazione e con quali mezzi. Prima la minaccia iraniana diventi una certezza causando danni difficilmente quantificabili in anticipo.
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