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Dall’Anac stop alla diga di Genova: “Individuati 7 profili critici”

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha respinto i lavori per la costruzione della Diga di Genova, individuando sette problematiche critiche. Le contestazioni riguardano la mancanza di una procedura di gara, l’inserimento della diga tra le opere del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con le relative deroghe al codice dei contratti, critiche sulla sequenza degli eventi durante le procedure di affidamento, la nomina di un collegio di esperti e il sospetto di un possibile conflitto di interessi.

“Dall’Anac stop alla diga di Genova, 7 i profili critici”

L’Anac boccia i lavori per la Diga di Genova individuando “sette profili critici, già contestati dall’Anticorruzione all’Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale, che nei mesi scorsi ha prontamente replicato”. E’quanto riporta il Sole24 Ore a proposito delle procedure di affidamento della diga foranea di Genova. Secondo quanto scrive il quotidiano la delibera, del 20 marzo scorso, potrebbe essere già stato trasmessa “alla procura della Repubblica di Genova e alla Corte dei conti”. La delibera di Anac, ricorda ancora il quotidiano, “arriva dopo mesi di botta e risposta con l’Autorità portuale del Mar ligure occidentale”. “Nelle sue conclusioni Anac sottolinea la propria competenza a esaminare il progetto, un aspetto che era stato messo in dubbio nelle controdeduzioni e che viene ribadito norme alla mano”.

I sette profili critici individuati

Le contestazioni riguardano la mancata procedura di gara; l’inserimento della diga tra le opere del Pnrr e quindi beneficiaria delle deroghe al codice dei contratti ex dl 77/21; rilievi legati alla concatenazione degli eventi nel corso delle procedure di affidamento; la nomina di un collegio di esperti e infine l’ipotesi di pantouflage e di «possibile conflitto di interessi dell’ingegner Marco Rettighieri, il quale era prima responsabile dell’attuazione del programma straordinario, tra cui è inserita anche la diga oggetto dell’appalto, e successivamente è divenuto presidente del Consiglio di Amministrazione di Webuild Italia spa, azienda facente parte del gruppo Webuild Spa mandatario del raggruppamento vincitore dell’appalto». Su questo punto la stazione appaltante ha replicato respingendo il conflitto di interessi «atteso che le sue funzioni presso l’Autorità portuale erano da tempo cessate all’atto dell’avvio della gara».

Fonte: Ansa

redazione

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