Editoriale

La voce di Dio trasforma le tenebre in luce

Questa domenica la Parola ci presenta con il Prologo del Vangelo di Giovanni il vero senso del Natale: l’incarnazione. Il Verbo si fa “carne”, cioè diviene veramente uomo, come noi. Qui “carne” vuol dire la nostra natura, anima e corpo nella loro dimensione di fragilità. Con l’incarnazione Dio si è “adattato” alla condizione umana, assumendo su di sé le tentazioni a cui l’uomo è soggetto, per Salvarci.

Gesù ci ha mostrato con la Sua vita la strada: ascoltare il Signore, permettergli di parlarci. Perché Dio parla a noi, ci viene a cercare nella nostra realtà, risponde al bisogno che abbiamo di essere salvati! La Parola che ha pronunciato Dio in nostro favore è Cristo, che ha assunto la nostra natura perché noi potessimo ricevere la Sua.

Cristo è nella nostra vita, ci parla e ci sostiene. Ma dobbiamo domandarci se siamo disposti ad ascoltare questa Parola. Triste è la vita di chi non ascolta, di chi non si aspetta più nulla, preoccupato di difendersi da tutto e da tutti. Forse attaccato alle sue false sicurezze o chiuso nella paura è convinto di essere da solo nelle battaglie della vita, mentre Cristo lo sta cercando proprio lì.

In questo tempo di Natale così inquieto e doloroso siamo chiamati a fare spazio a questa Luce, a ricevere la Grazia di rimetterci in gioco, di uscire dai nostri schemi di difesa, per dare al Signore la possibilità di parlarci. Questa disponibilità fa rinascere in noi la Speranza di chi è «generato da Dio».

Ascoltare oggi la voce di Dio trasforma le nostre tenebre in luce: vuol dire aprirsi al perdono, disposti a ricominciare da capo per dare al Signore la possibilità di regalare alla nostra vita nuove opportunità. Il Signore ci aiuterà in questo, ci dona il Suo Spirito per compiere quest’opera, perché «a quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio», dice il prologo del Vangelo di Giovanni.

Il Signore ci doni allora l’obbedienza ai piani di Dio della Vergine Maria e di San Giuseppe, la povertà dei pastori, la Sapienza dei Magi, l’allegria e la costanza del “vecchio” Simeone, la fiducia della profetessa Anna. Questa è l’opportunità che ci viene offerta ancora oggi per ricevere la Grazia del Natale: decisi anche noi a seguire le vie di Dio, senza dubitare che questo piccolo bambino è la risposta alle nostre domande più profonde, al nostro desiderio di felicità.

mons. Antonio Interguglielmi

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