Editoriale

Il boomerang della violenza destabilizza il mondo

Scrivo queste povere riflessioni a caldo, mentre assisto allibito alle immagini che arrivano da Washington e che raccontano di come una folla di manifestanti abbiano deciso di violare e ferire la democrazia americana. Sconvolge vedere i luoghi simbolo di quella antica democrazia, profanata da manifestanti che – dichiarandosi sostenitori del presidente uscente Trump – hanno impedito di procedere alla certificazione della vittoria del neo eletto presidente americano Biden. Il quale ha parlato di una “democrazia sotto assalto” ed ha invitato Trump a lanciare un appello ai suoi sostenitori affinchè cessino le proteste.

Mentre assisto a tutto questo, a me tornano in mente gli insegnamenti di Martin Luther King per il quale “la non violenza è la risposta ai cruciali problemi politici e morali del nostro tempo“. Pensate, quelle parole furono pronunciate a poche centinaia di metri dai luoghi in cui si sta consumando la rabbiosa protesta dei supporter di Trump. E diventano perciò incredibilmente attuali.

Le immagini che arrivano da Washington addolorano, spaventano, preoccupano: un uomo siede al posto del vicepresidente Pence che viene scortato fuori dal Campidoglio dagli agenti dei Servizi di sicurezza; una donna viene prima ferita gravemente per poi morire dopo poche ore; armi vengono trovate nei pressi del Congresso, una folla scomposta si assiepa sotto la cupola del Senato. E se il presidente uscente Trump, accogliendo la richiesta di Biden, invita i suoi supporter ad evitare ogni azione violenta, rimane un fatto innegabile: la violenza è stata già consumata perché è insita nella stessa violazione delle regole dello stato di diritto.
Le immagini che abbiamo visto fanno male e resteranno nella storia come una pagina oscura della democrazia. Non c’è amore nelle scene alle quali stiamo assistendo. E la mancanza di amore è sempre portatrice di buio, di disvalore, di violenza. Scrive papa Francesco nella sua bellissima enciclica “Fratelli tutti” che “il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre, vanno conquistati ogni giorno”. E’ una riflessione che dobbiamo alimentare ogni giorno. L’appello del Pontefice è un appello più che mai attuale e valido per ogni donna e per ogni uomo, in America ed in tutto il mondo. La democrazia non si conquista irrevocabilmente: ma va curata, protetta, coltivata. Con quell’amore per i fratelli che il Santo Padre indica a tutte le persone di buona volontà.
Le scene inaudite alle quali il mondo intero assiste attonito fanno tornare alla memoria anche le lungimiranti riflessioni che proprio Papa Francesco aveva pronunciato alla vigilia delle elezioni presidenziali culminate quattro anni fa nella vittoria di Trump. Sono i ponti e non i muri a edificare una civiltà. Allora si parlava della barriera difensiva con il Messico, oggi i muri che rischiano di crollare sono quelli della più celebrata e gloriosa democrazia del pianeta.
don Aldo Buonaiuto

Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata

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