Il vero significato del festival della vita nascente

Il primo Festival della vita nascente è un evento che ha come obiettivo di chiedere che venga istituita una giornata dedicata alla vita nascente. Non si sta chiedendo una giornata di “celebrazione”, come avviene per le vittime del terrorismo e delle discriminazioni, che onorano la memoria di persone che non ci sono più richiamando le coscienze a tenere alta la guardia perché ciò non avvenga di nuovo. L’istituzione di una giornata per la vita nascente ha un altro significato: risvegliare un Paese come l’Italia su un tema presente e futuro: il fatto drammatico che non nascono più bambini. Tema cruciale – come ha dimostrato la storia – nello sviluppo e nel benessere del mondo occidentale, che oggi sta retrocedendo davanti all’avanzata delle economie di Paesi emergenti.
E’ di fondamentale importanza riscoprire la bellezza della vita, della genitorialità e della natalità. Il bello e il brutto di una vicenda sono connessi alle condizioni con cui la si affronta. Se oggi sposarsi e avere figli è un costo che annienta la coppia, se le istituzioni non propongono strumenti di accoglienza economica e sociale per i giovani che intendono formare una famiglia, la natalità diventa un problema insormontabile, pur essendo una situazione bella e spesso desiderata. Per “riscoprire” tale bellezza – fondamentale – occorre una mobilitazione e sensibilità generale e ci sono tanti esempi da seguire come l’instancabile impegno del Forum per le Associazioni Familiari.
Il nostro Paese è penultimo nella classifica europea della natalità. Servirebbero, a favore delle famiglie, misure di sostegno economico e sociale. Ogni luogo delle nostre città deve essere progettato a misura di famiglie con bambini; ogni luogo di lavoro deve avere spazi appositamente dedicati; ogni politica fiscale deve favorire le giovani coppie. Lo dice chiaramente l’articolo 31 della nostra Costituzione repubblicana: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Troppo spesso e in modo ideologico si tira in ballo la Carta costituzionale quando si parla di diritti individuali e di libertà, così come altrettanto ideologicamente si dimentica di attuarla nelle parti “solidali” come la norma che ho richiamato. Confidiamo che la politica del governo Draghi non cada in questo errore imperdonabile.
E’ necessario riscoprire anche il dono della genitorialità. Un dono, non un diritto su una cosa. Occorre però predisporre l’ambiente più idoneo possibile per accogliere lo straordinario dono della vita. E per “ambiente” intendo non solo la famiglia in sé, ma anche il quadro delle condizioni economiche e sociali nelle quali le famiglie si formano e crescono.
Lo Stato è composto da famiglie e quando la classe dirigente di un Paese non si preoccupa di queste, significa che un’èlite ha preso il posto della democrazia e prima o poi pagherà il prezzo in termini di consenso.