Editoriale

I nonni: custodi della memoria e delle tradizioni

Custodi della memoria e delle tradizioni, radici che sorreggono l’albero della famiglia, strumenti di welfare, maestri di tenerezza e risorse infinite di affetto. Non basterebbe un libro a descrivere cosa rappresentano i nonni per la società italiana. Figure immense che garantiscono legami inter-generazionali e la tenuta stessa del tessuto sociale. Anche la politica ha riconosciuto ufficialmente l’importanza di questo ruolo nel 2005, istituendo, con la legge 159, la ricorrenza civile della Festa dei nonni nella data del 2 ottobre.

La festa cade nel giorno che la Chiesa cattolica dedica agli angeli custodi e proprio come loro i nonni offrono una presenza discreta, dispensando saggezza. Una menzione a parte merita il rapporto speciale con i nipoti, una relazione che costruiscono con un amore che sanno che non potrà mai essere ricompensato. Per i figli dei loro figli si donano gratuitamente, sacrificano quelle giornate di agognato riposto dopo decenni di duro lavoro, con loro creano un rapporto di complicità e dolcezza che compensa il rapporto educativo tra genitori e figli.

I nonni sono la cinghia di trasmissione del nostro retaggio, trasmettono un bagaglio di esperienze e valori che oggi restano vivi malgrado siamo immersi in una società di stimoli immediati che ricerca solo il godimento di un eterno presente. I nonni rappresentano quella verticalità che indica l’eterno e l’infinito e che si manifesta nel concreto del quotidiano con un gesto di prossimità. Frequentandoli possiamo scoprire i disegni del Signori e le grazie che la nostra famiglia ha ricevuto in questa terra.

Esiste dunque un valore antropologico e teologico universalmente riconosciuto nella figura dei nonni ma in Italia tutto questo assume ancora maggiore importanza visto che il nostro Paese è tra i più interessati dai tassi di invecchiamento della popolazione. Non solo, l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di nonni che si occupano di un nipote mentre i genitori sono a lavoro, quasi il 26%. Se poi consideriamo che in Italia vivono oltre 14 milioni di uomini e donne entrati nella terza età e che gli ultra 65enni saranno circa 35% della popolazione nel 2050, capiamo perché è necessario dare rinnovato valore alla parte finale della vita proprio partendo dall’esaltazione dei nonni.

In questa direzione va la nuova legge delega per la non autosufficienza – n. 33 del 23 marzo 2023 – che mira a coordinare le attuali misure per l’assistenza e a promuovere l’autonomia degli anziani. La legge definisce nuovi criteri ed interventi assistenziali per la terza età, per migliorare la qualità del sistema di assistenza alle persone anziane e contribuire agli oneri gravanti sulle loro famiglie. Ad oggi si attendono i decreti attuativi affinché il testo non resti lettera morta. In ogni caso bisogna cogliere le opportunità offerte da questa cornice normativa, che va riempita con il finanziamento delle diverse misure di intervento. La possibilità di poter vivere e mantenere la sua casa, per un anziano è uno dei punti fondamentali per combattere la solitudine e vivere la ricchezza delle relazioni, con benefici che ricadono in primis sui nipoti.

Marco Guerra

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