Editoriale

Legge omotransfobia: non si possono penalizzare normativamente le opinioni

Nei giorni scorsi è stato approvato dalla Commissione Giustizia della Camera un disegno di legge contro l’omotransfobia e la misoginia. In questo momento abbiamo bisogno di leggi che mettano in risalto il lavoro, la famiglia, il bene comune. Certamente ci sono anche delle leggi che devono mettere fuoco l’importanza del rispetto dell’identità sessuale dell’uomo e della donna, nella loro dignità specifica e soprattutto nella complementarietà, sia nella vita di relazione, di amore, sessuale, ma anche in funzione della genitorialità, per far crescere dei figli che possano avere un padre e una madre.

Ogni opinione deve essere rispettosa della diversità dell’altro, deve essere costruttiva, propositiva nel riconoscere il dono che ogni persona ha. Sarebbe grave se la libertà di opinione venisse intaccata o se ci fosse un pregiudizio sulle idee altrui. Ogni parere è legittimo se espresso con lealtà e rispetto.

Una legge esprime un costume, un vivere sociale, ma se diventa giudicante verso un’opinione, e addirittura penalizza normativamente, è grave. L’accoglienza deve partire dalla base, dal popolo. Ciò che la Comunità Papa Giovanni XXIII, in termini di accoglienza, ha espresso in tutti questi decenni, è verso tutte le persone indipendentemente dall’orientamento sessuale.

Allo stesso tempo noi chiediamo a coloro che vengono a vivere da noi che rispettino la visione antropologica dell’uomo e della donna che abbiamo. Crediamo che questa complementarietà uomo e donna, che affonda le radici nella tradizione giudaico-cristiana vada rispettata. E’ un po’ come se io andassi a visitare una moschea e mi chiedono di togliermi le scarpe. Potrei essere d’accordo o meno, ma è una norma che va rispettata perché è parte di quella tradizione culturale.

La Chiesa rimarrà fedele al suo magistero umano e non potrà che continuare a trasferire, come ha fatto nei secoli, nella Dottrina sociale questa visione antropologica che si fonda molto sul personalismo comunitario. Cioè, l’attenzione alla persona, ma in una dimensione comunitaria, sociale, di popolo. La Chiesa è stata perseguitata fin dall’inizio, in varie parti del mondo. Deve dialogare, come è stato detto bene nella Gaudium et spes, con il mondo contemporaneo, ma deve avere il coraggio della verità con un linguaggio rispettoso ma molto franco, e se sarà perseguitata, forse sarà anche una tappa necessaria. La sequela di Cristo e l’amore all’uomo è dire questa verità piena per il benessere di una comunità umana, ma potrebbe anche non essere compresa.

Paolo Ramonda

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