Diabolerie

Sos stregoneria in Papua Nuova Guinea

A lanciare l’allarme è suor Anna Pigozzo, missionaria della Fraternità Cavanis Gesù Buon Pastore a Bereina. Le missionarie sottolineano al Sir il fatto che in Papua Nuova Guinea “violenza e odio non possono certo essere combattute con ulteriore violenza e odio. E che, riflettendo su queste problematiche, siamo ancor più convinte di quanto sia importante continuare il lavoro di evangelizzazione ed educazione in questo Paese, dove la fede cristiana è arrivata da soli centotrenta anni”.

Allarme stregoneria

“In questa battaglia culturale– osservano le missionarie – abbiamo come strumenti l’educazione, per sviluppare un pensiero critico e un senso di responsabilità, per imparare a distinguere fatti da opinioni. Abbiamo la preghiera, i sacramenti, la nostra fede cattolica nella quale professiamo di credere in Dio, Padre, Onnipotente, per aiutare ad allontanare violenza, superstizione, odio e qualsiasi altro peccato. Non possiamo essere testimoni silenziosi di violenze, abusi e crimini”.

Sos superstizione

Sostiene la religiosa: “Triste è dover parlare di omicidi per accuse di stregoneria, quando la violenza sorpassa ogni limite. Così, mentre il Covid sta mietendo molte vittime, queste notizie ci ricordano che nel mondo ci sono persone che ancora soffrono e muoiono per terribili ingiustizie. Qui in Papua Nuova Guinea, infatti, il credere alla magia e alla superstizione è ancora molto radicata. Se per esempio, una persona muore improvvisamente e senza nessuna visibile malattia, la gente tende a pensare che la morte sia stata causata da un maleficio da parte di ‘nemico’. Per questo, cercano di identificare il ‘nemico’ per punirlo e vendicare la morte. È considerata una forma di giustizia e, fino a poco tempo fa, la legge teneva in considerazione questo tratto culturale, alleggerendo la punizione di una sentenza per omicidio qualora ci fosse stata una presunta accusa di magia contro la vittima”. La legge è stata modificata e il governo ha approvato il Sorcery National Action Plan, la cui realizzazione, spiega la religiosa, “è ancora evidentemente lunga e difficoltosa”.

Gianluca Franco

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