Scossa nel Catanese, oltre 600 sfollati

Sono circa 600 gli sfollati della provincia di Catania, dove una forte scossa di terremoto (magnitudo 4.8) legata all'eruzione dell'Etna ha provocato crolli e non meno di 28 feriti. Alcuni danni sono stati riscontrati in diversi centri della zona, tra cui l'area attorno ad Acireale, in particolare a Pennisi dove è crollata la statua di Sant'Emidio e il campanile della Chiesa di Maria Santissima del Carmelo. Danni anche ad Acireale, Aci Catena e Zafferana Etnea. Rabbia e frustrazione tra le persone rimaste fuori dalle proprie abitazioni: “Nel giorno di Natale – hanno detto le persone di Fleri – ci sono state oltre 50 scosse, ma non è arrivata nessuna allerta”.

Epicentro

L'epicentro è stati localizzato tra i comuni di Viagrande, Trecastagni e Aci Bonnacorsi con un ipocentro a un solo chilometro di profondità che ha accentuato l'effetto della scossa. Molti edifici vecchi hanno riportato gravi danni e decine di famiglie hanno trascorso la notte in strada

Le zone colpite

I feriti non sono gravi, hanno riportato solo solo lievi escoriazioni o contusioni da codice verde. Il centro più colpito dal terremoto è Fleri, molto vicino all'epicentro, dove una palazzina è crollata e due persone state estratte dalle macerie. Nel paese sono stati registrati altri crolli e i soccorritori stanno verificando eventuali crirticità. Divelti molti lampioni. La macchina dei soccorsi si è subito attivata. Tra i centri colpiti dal sisma anche Santa Venerina, dove sono caduti calcinacci dalla facciata della chiesa principale Santa Maria del Carmelo in Bongiardo ed è crollata una statua della Madonna del campanile della chiesa del Sacro Cuore. Danni e paura anche a Zafferana etnea e nell'Acese nella zona di Lavinaio e a Santa Maria La Stella, frazione marinara nella Timpa di Acireale. La Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile continua a seguire l'evolversi della situazione in stretto raccordo con i centri di competenza (Ingv e Unifi) e con la Regione Siciliana.

L'eruzione

Si è trattato del sisma più violento da quando è iniziata l'eruzione dell'Etna, la vigilia di Natale. La terra ha continuato a tremare per molte ore: dalla mezzanotte sono state registrate ben 11 scosse di magnitudo non inferiore a nella zona dell'Etna, compresa quella di magnitudo 3.3 poco dopo l'una vicino ad Aci Sant'Antonio.
Per precauzione è stato chiuso un tratto dell'autostrada A18 Catania-Messina tra i caselli di Acireale e Giarre per la presenza di lesioni sospette sull'asfalto. L'eventuale riapertura sarà decisa dopo sopralluoghi e verifiche su sicurezza e stabilità del tratto autostradale al momento chiuso al traffico. L'eruzione sull'Etna e l'intensa attività sismica sul vulcano per ora non si ripercuotono sull'aeroporto internazionale di Catania, che rimane operativo dopo la riapertura a Natale.

L'Ingv: “Potenziati i sistemi di rilevamento”

Prosegue, nel frattempo, il monitoraggio dei ricercatori dell'Ingv, sia sull'attività dell'Etna che del vulcano di Stromboli: “Non si può escludere un’apertura di bocche a quote minori – ha detto Eugenio Privitera, direttore dell'Istituto di vulcanologia – da dove si sono aperte adesso, in particolare modo nella zona di Piano del Vescovo a sud della Valle del Bove. Se ci riuscirà, non lo sappiamo: stiamo potenziando i sistemi di rilevamento sismici e Gps della deformazione del suolo in quella zona. La forte sismicità non ci lascia tranquilli. Vediamo come evolverà. La situazione ricorda quella dell’ottobre del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea: è sempre la faglia di Fiandaca, che quando si muove fa danno. Non ci sono relazioni tra l’Etna e lo Stromboli perché appartengono a due contesti geodinamici diversi e hanno sistemi di alimentazioni separate”.