Continuano le tensioni al confine tra Serbia e Ungheria dove molti migranti – stanchi di aspettare gli autobus che li avrebbero portati oltre la frontiera – hanno sfondato le linee della polizia e in diverse centinaia si sono messi in marcia sull’autostrada in direzione Budapest. Alcuni sono stati fermati dalle forze dell’ordine, ma molti sono riusciti a fuggire attraverso i campi. Durante gli scontri coni profughi, secondo quanto riporta la Bbc, la polizia avrebbe usato anche degli spray urticanti. Il fatto è stato ripreso da alcuni video, ma la polizia ha tenuto a sottolineare che lo spray al peperoncino è stato indirizzato solo verso quelle persone che hanno lanciato sassi verso gli agenti.
Nel frattempo il premier ungherese Viktor Orban si è recato nella città di Morahalom, vicino al confine con la Serbia, dove si è incontrato con i lavoratori che sono impegnati nella costruzione del muro anti migranti. Il premier ungherese ha di nuovo chiesto all’Europa di chiudere le frontiere o “arriveranno a milioni”. Inoltre, Orban, dopo aver alzato la voce contro Bruxelles e la Germania, ha deciso di cacciare il suo ministro della Difesa per non aver completato in tempo il muro anti-migranti.
La situazione rimane drammatica alla stazione ferroviaria di Szeged, dove da circa 24 ore, nessuno dei rifugiati può salire su un treno senza essere in possesso della “carta” di identificazione rilasciata dalla polizia. Anche nel centro di identificazione a Rozske la situazione non è migliore. L’intera area è presidiata dalla polizia in tenuta anti-sommossa, volontari ungheresi ed austriaci sono impegnati nella distribuzione di generi alimentari e di prima necessità, ma alcuni operatori delle ong hanno dichiarato di temere che ci sia qualche caso di tubercolosi.
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