Revenge porn, l’appello di una vittima: “Togliete quei video”

Un incubo quello vissuto da una ragazza della provincia di Napoli che, nonostante le tante istanze, da due anni vede circolare i filmati sul web

Una minaccia perpetrata via internet, filmati girati quando era ancora minorenne e che, ormai da due anni, continuano a saltar fuori con lo scopo di denigrarla. Un incubo quello vissuto da una giovane donna vittima di revenge porn (la pubblicazione di video intimi in rete senza consenso), per alcuni atti sessuali che risalirebbero a una sua precedente relazione. Nonostante i ripetuti appelli, concretizzati anche in istanze inoltrate tramite i suoi avvocati, quei filmati continuano a essere diffusi via web. Condivisioni ormai ripetute, dopo che la prima volta finirono su una chat di Whatsapp. La ragazza, residente nella provincia di Napoli, ha visto materializzarsi di nuovo il suo fantasma qualche giorno fa, quando ha visto nuovamente i video diffusi su Instagram. E qui sarebbe venuto a crearsi uno stallo preoccupante.

Richieste negate

Stando a quanto riferisce Ansa, i legali della ragazza avrebbero più volte fatto richiesta ai vertici del social di rimuovere o bloccare i gruppi sui quali i filmati viaggiano. Segnalazioni e diffide che, però, non sarebbero bastati per ottenere qualche risultato. Il social, infatti, continuerebbe a ripetere che i gruppi in questione non violerebbero le linee guida della loro community.

Contro il Revenge porn

Un botta e risposta finora infruttuoso che, a ogni modo, sta provocando un effetto collaterale devastante sulla ragazza, come spiegato all’agenzia dall’avvocato Sergio Pisani. “Il fatto – ha detto -, di per sé gravissimo, diviene ancor più grave per la condotta omissiva di chi avrebbe l’obbligo di controllo e quindi di immediata rimozione di questi contenuti”. Secondo il legale “va immediatamente creata l’identità certificata dei profili, è evidente, ormai, che non si può perdere altro tempo. Altrimenti si rischia un nuovo caso come quello di Tiziana Cantone”. La prossima mossa, secondo l’avvocato Pisani, sarebbe la richiesta di sequestro del social. Questo perché i responsabili “negando reiteratamente le loro richieste, si rendono corresponsabili di un gravissimo reato: il revenge porn”.