Sesso per diventare avvocato e soldi per aggiustare le sentenze. Era quello che offrivano – secondo i pm – gli indagati al magistrato, Marco Petrini, presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro (residente della Commissione provinciale tributaria), in cambio del suo intervento. L'accusa per tutte le persone coinvolte nell'inchiesta è corruzione in atti giudiziari.
Le indagini raccontano di “azioni corruttive per far riottenere il vitalizio a un ex politico calabrese” e per “agevolare futuri avvocati per il superamento del concorso”. Sempre secondo gli inquirenti ci sarebbe anche un medico in pensione che forniva un vero e proprio stipendio al giudice “per garantirsi le sue funzioni”. In tutto, coloro che sono stati destinati dei provvedimenti, sono otto; di questi, uno solo ai domiciliari, gli altri sono in carcere. Altre 16 gli indagati
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