Sana Cheema, la 25enne ritrovata senza vita in Pakistan lo scorso 18 aprile, è deceduta in seguito alla “rottura dell'osso del collo“. E' quanto emerge dall'autopsia sul corpo della ragazza italo-pakistana, eseguito da un laboratorio forense del Punjab dopo la riesumazione del corpo. L'ipotesi, dopo aver escluso il decesso per cause naturali, è che la giovane sia stata strangolata.
Secondo i sospetti dei suoi amici Sana, che viveva a Brescia e da un anno aveva ottenuto la cittadinanza italiana, è stata uccisa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato, deciso per lei dalla sua famiglia. Il padre della ragazza, Ghulam Mustafa, il fratello Adnan e lo zio Mazhar Iqbal sono in carcere già da alcune settimane, proprio perché sospettati di aver ucciso la giovane.
Sana era tornata nel suo villaggio natale in Pakistan, nei dintorni di Mangowal, nel distretto di Gujrat da circa tre mesi e mezzo. Il giorno prima di partire per l'Italia la ragazza era deceduta. Nessuno al momento del decesso aveva denunciato l'accaduto anzi, il padre aveva spiegato che Sana era morta per un malore. Gli amici della giovane però si erano insospettiti e avevano chiesto che il corpo della ragazza fosse riesumato e venisse eseguita un'autopsia. Ad alimentare i dubbi anche la misteriosa scomparsa dei profili Facebook e Instagram della ragazza a poche ore dalla sua morte.
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