Infermiera positiva ai test su Ebola. Sale l’allarme negli Usa

E’ risultata positiva al virus Ebola l’infermiera che, nell’ospedale di Dallas in Texas, aveva assistito Thomas Duncan, il primo malato negli Usa deceduto mercoledì scorso. Il “paziente zero” aveva contratto il virus durante un soggiorno in Liberia, la nazione africana che presenta, attualmente, il maggior numero di casi di contagio registrati. Di ritorno dall’Africa, l’uomo aveva accusato i primi sintomi febbrili ma, recatosi al pronto soccorso, non era stato fatto ricoverare. Solo con l’aggravarsi della malattia era stato posto in isolamento stretto e seguito da una cinquantina di figure sanitarie con uno specifico protocollo di sicurezza per evitare altre infezioni.

Le misure di sicurezza non sono risultate sufficienti a evitare il secondo caso di contagio a scapito dell’infermiera. Il direttore del Centro americano per la Prevenzione ed il controllo delle Malattie (Cdc) di Atlanta, Thomas Frieden, ha avvertito la popolazione che questo primo contagio in territorio americano è dovuto a una “violazione del protocollo stabilito nel trattare i pazienti malati di Ebola”. “In particolare – prosegue – non sarebbero state rispettate le procedure si sicurezza durante l’intubazione dei reni per la dialisi del ‘paziente zero’ Usa, il liberiano Duncan”. Il direttore ha sottolineato che, nei prossimi giorni, c’è il rischio di nuovi casi di infezione.

Frieden ha spiegato che l’infermiera aveva assistito Duncan da quando era stato ricoverato nel suo ospedale, il 28 settembre, e aveva avuto un “contatto prolungato” con il paziente in molteplici occasioni, anche se aveva sempre indossato i guanti, la maschera e la tuta di protezione. Qualche giorno fa si era sentita male a causa di una leggera febbre; dopo che dal test preliminare eseguito ad Austin era risultata positiva all’Ebola, sia pure con un livello basso, è stata messa in isolamento. Ora le sue condizioni sono definite stabili e il suo appartamento decontaminato da unità speciali.

Il Cdc ha subito aperto un’inchiesta per cercare di capire quali altri operatori sanitari, tra quelli che seguirono Duncan, potrebbero essere stati contagiati. “Stiamo valutando altre potenziali esposizioni di operatori sanitari al virus – ha dichiarato il direttore Frieden – è possibile che altri individui siano stati esposti”. Nelle scorse ore un collega dell’infermiera – di cui non è stata rivelata l’identità – è stato messo in isolamento. Il virus, che ha già causato 4.000 morti nell’Africa occidentale, sta suscitando allarme anche in Europa e in sud America.