I “non ricordo” e le contraddizioni della sua prof inglese

Èsolo un'ipotesi, che però i pm romani vorrebbero approfondire: Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto nel gennio 2016, avrebbe ricevuto un finanziamento di diecimila sterline per la sua tesi di dottorato sul sindacato degli ambulanti del Cairo.

L'interrogatorio alla misteriosa docente inglese

Della questione ne hanno parlato con la professoressa Maha Abdel Rahman, tutor di Regeni a Cambridge, nel corso del suo interrogatorio avvenuto nelle scorse ore, coinciso con la perquisizione della sua casa e del suo ufficio e con il sequestro del pc e dello smartphone della donna. Lei avrebbe suggerito al giovane di chiedere fondi alla fondazione britannica Antipode.

Soldi per l'opposizione?

Secondo alcune indiscrezioni, l'ipotetica disponibilità del giovane italiano di 10mila sterline avrebbe attirato l'interesse del capo del sindacato degli ambulanti, Mohamed Abdallah, che poi segnalò Regeni all'intelligence egiziana, di cui era un informatore. Lo stesso sindacalista ha detto: “La prima volta che mi si presentò Giulio fece il nome della professoressa Abdel Rahman, nota oppositrice del Governo egiziano e sostenitrice dei Fratelli musulmani“. Di qui il sospetto che quel presunto finanziamento sarebbe potuto finire all'opposizione dei Fratelli musulmani. Sul presunto finanziamento si è espressa la Fondazione Antipode, la quale nega di aver mai ricevuto richieste di fondi da parte di Regeni né di averglieli mai erogati.

I “non ricordo” e le contraddizioni

Sulla questione resta però la bocca cucita della prof.ssa Abdel Rahman, che comunque non è indagata. “Il mistero é perché non ricordi tante cose”, scrive l'Ansa. Ma non solo. Oltre a non ricordare, la donna ha fornito anche versioni contraddittorie di alcuni aspetti della vicenda. Ad esempio ai pm romani ha affermato che Regeni scelse da solo l'argomento della sua ricerca. Tuttavia – osserva La Stampa – in una chat su Skype del 26 ottobre 2015 il ricercatore italiano confida alla madre che “fosse stata proprio la docente ad insistere affinché lui svolgesse quella ricerca”.