La Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni per omicidio a Patrizio Franceschelli, il padre che uccise il figlioletto di 16 mesi gettandolo nel Tevere, a Roma, il 4 febbraio del 2012. L’uomo, dopo aver litigato con la madre di suo figlio, ricoverata in ospedale, andò a casa della suocera e portò via il piccolo, Claudio, poi dopo aver vagato per la città lo gettò nel fiume. Nonostante la difesa abbia provato a sostenere in tutto il processo il vizio di mente, la perizia del tribunale ha accertato invece che in quel momento Patrizio era lucido e cosciente.
Una conclusione che i giudici della prima sezione penale della Cassazione, specializzata in omicidio, presieduta da Maria Cristina Siotta, hanno condiviso. Franceschelli inoltre dovrà risarcire le parti civili,mamma e nonna del bimbo,cui i giudici hanno assegnato duecentomila euro, e il Comune di Roma,costituitosi in giudizio.
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