Si è recata in ospedale con una grave emorragia e ha riferito ai medici di essersela procurata cadendo a terra. Dopo una prima visita, il personale sanitario si è però accorto che la donna aveva potuto avere un aborto o un parto prematuro.
Così si è iniziato a scoprire che la quarantenne di Migliarino, nel ferrarese, aveva occultato il corpo di suo figlio appena nato nascondendolo nel freezer di casa. Già madre di sei figli, la donna in ospedale è entrata in coma, da cui si è svegliata soltanto ieri. Al risveglio, ha ammesso di aver compiuto il delitto.
La polizia è entrata in casa, dove la donna vive con il marito e sei figli, ed ha trovato l’esile corpo privo di vita all’interno del congelatore. Come riportano i giornali locali, sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta della procura, che ha inoltre sequestrato l’appartamento e sta valutando la posizione sia della donna sia di suo marito.
Quest’ultimo, come riporta Il Messaggero, è stato ascoltato ieri ed avrebbe riferito di non essere a conoscenza della gravidanza della moglie. Da quanto si apprende da fonti investigative, la situazione in casa era di assoluto degrado. Di qui l’obiettivo delle indagini anche di accertare tutta la situazione familiare che ha fatto da sfondo alla vicenda.
Sul misfatto è intervenuto anche Gian Luigi Gigli, parlamentare del gruppo “Democrazia Solidale – Centro Democratico” e presidente del Movimento per la Vita italiano, per chiedere alle istituzioni di promuovere la possibilità di partorire in anonimato.
“L’orrore avvenuto a Migliarino – afferma Gigli – dimostra ancora una volta la necessità di avviare subito una campagna informativa capillare sulla possibilità di partorire in anonimato all’interno dell’ospedale o di affidare il neonato alle ‘Culle per la vita’“.
Il presidente del MpVi ritiene che “malgrado la buona legge, il parto in anonimato è invece in progressivo calo, mentre aumentano infanticidi e abbandoni in condizioni di insicurezza”. Pertanto egli chiede al governo, “se non vuole essere corresponsabile di quanto troppo spesso accade”, di “farsene urgentemente carico, attraverso uno spot di pubblicità-progresso“. Gigli chiede inoltre alle Regioni “di diffondere adeguatamente queste informazioni negli ospedali, nei consultori e nelle strutture assistenziali per prevenire aborti, abbandoni all’aperto e infanticidi“.
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