Ebola, l’Oms ammette errori in Africa per ritardi e burocrazia

Staff incompetente, burocrazia e mancanza di informazioni affidabili. Sono questi alcuni dei motivi alla base della risposta non adeguata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità al virus dell’Ebola in Africa. A rivelarlo è una bozza di un documento interno all’Oms ottenuto dall’Associated Press, nel quale si afferma che “quasi tutti” quelli coinvolti nel rispondere all’emergenza non hanno notato fattori di quella che è poi divenuta un’esplosione del virus.

L’Oms al momento non commenta il documento, limitandosi a dire i “dettagli inclusi non saranno discussi fino a quando i fatti non saranno chiariti e provati”. “Quasi tutti non si sono accorti che una tempesta perfetta stava arrivando, pronta ad aprirsi in tutta la sua forza” si legge nel documento, nel quale si ammettono errori ma anche scarsa fiducia nella leadership dell’organizzazione nell’Africa occidentale, accusata di “compromettere più che di aiutare” la risposta all’Ebola.

Intanto Teresa Romero, l’infermiera spagnola infetta dal virus è in via di guarigione, secondo El Pais online, che cita Luis Enjanes, un virologo membro del comitato scientifico nominato dal governo. I due ultimi test effettuati hanno “evidenziato valori quasi negativi” del virus, ed un terzo test è in programma per oggi. “Se i risultati saranno gli stessi – precisa il quotidiano – significherà che la donna sarà di fatto guarita dall’infezione”.

Anche l’ex presidente cubano Fidel Castro ha annunciato che il suo Paese collaborerà con gli Stati Uniti nella battaglia contro l’Ebola. In un articolo pubblicato su Granma, organo ufficiale del Comitato centrale del Partito Comunista cubano, e intitolato appunto “L’ora del dovere”, Castro ha comunicato la partenza di altri trecento medici e infermieri per Liberia e Guinea, oltre ai 165 già inviati in Sierra Leone. “E’ oggi imprescindibile tendere la mano solidale della nazione cubana, dell’America Latina e dei Caraibi per frenare l’epidemia – scrive l’ex Lider màximo – Coopereremo con piacere con il personale nordamericano in questo compito”. Infatti “la pace per il mondo è un obiettivo che si può e si deve perseguire” nonostante il mezzo secolo di ruggini tra i due Stati che “sono stati avversari per tanti anni”.

L’allarme, tuttavia, resta alto in tutto il mondo, in particolar modo in quei paesi che hanno voli diretti con l’Africa occidentale dove si è esteso paurosamente il virus nelle ultime settimane. Ieri ci sono stati i primi controlli all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi ai quali sono stati sottoposti tutti i passeggeri del volo proveniente da Conakry (Guinea). La Guinea, insieme alla Liberia e alla Sierra Leone, è uno dei paesi più colpiti dall’epidemia di Ebola che sinora ha provocato 4.555 morti su oltre 9.200 casi diagnosticati.