Due fermi per il pestaggio di Ursino

Sono arrivati i primi due fermi per l'aggressione a Massimo Ursino, segretario provinciale di Forza Nuova a Palermo, picchiato brutalmente nella giornata di ieri da alcuni uomini mascherati in pieno centro cittadino: si tratta di Carlo Mancuso e Giovanni Codaro, rispettivamente di 28 e 26 anni, entrambi militanti dello studentato occupato “Malarazza”, organizzato all'interno delle strutture che, in precedenza, erano occupato dall'Istituto per i sordomuti, in Via Cavour. Assieme al fermo dei due giovani, arrivato con l'accusa di tentato omicidio in concorso con ignoti, sono arrivate anche altre quattro denunce a piede libero per il medesimo reato, emesse nei confronti di altre persone orbitanti nella realtà dei centri sociali.

Perquisizioni e interrogatori

Sono trascorse poco più di 24 ore dal pestaggio del segretario Ursino, avvenuto in pieno giorno e in una delle vie più trafficate di Palermo, davanti a passanti e negozianti. L'esponente di Forza Nuova era stato legato mani e piedi prima di essere ripetutamente colpito con violenza e finire in ospedale con numerosi lividi e una ferita piuttosto seria alla testa. Nella notte successiva all'episodio, le Forze dell'ordine avevano iniziato a passare in rassegna i principali studentati della zona, perquisendo numerose strutture e ascoltando diversi esponenti dei centri sociali: 6 di loro sono stati portati in Questura per rispondere ad alcune domande e la posizione di 5 sarebbe al vaglio. Secondo gli inquirenti, ad aver partecipato al pestaggio sono state 8 persone e, fra le quattro denunce a piede libero, vi sarebbe anche quella emessa nei confronti della ragazza la cui voce si sente distintamente nel filmato da lei stessa registrato.

La rivendicazione

A poca distanza dal luogo dell'agguato, si trovano sia la sede locale di Forza Nuova che il negozio di tatuaggi del quale Ursino è titolare: al momento dell'aggressione, pare che il segretario si stesse recando proprio presso il distaccamento del movimento di estrema destra. L'uomo è stato accerchiato da un gruppo di persone vestite di nero e a volto coperto, legato e picchiato. In serata era arrivata persino una rivendicazione da parte, presumibilmente, di un gruppo di antagonisti, il quale spiegava che “sul territorio palermitano esiste chi ripudia il fascismo e non ha timore di lottare per bloccarlo e schiacciarlo, a partire da questi protagonisti del forzanovismo, guerrieri a parole, violenti nelle immagini che evocano forse, ma incapaci di proteggere la propria incolumità e di conquistare qualsiasi forma di potere politico”.