Diciottenne fatta a pezzi: fermato un uomo

E'di Pamela Mastropietro, la 18enne scomparsa due giorni fa nel maceratese, il corpo della giovane donna rinvenuto nelle campagne di Pollenza all'interno di due valigie, dove era stato occultato dopo essere stato fatto a pezzi. I trolley sono stati notati da un passante il quale, insospettitosi, ha allertato le Forze dell'ordine: intervenuti sul posto, gli agenti hanno recuperato le valigie nei pressi di una villetta e, una volta aperte, si sono trovati di fronte all'orribile scena. Sin dai primi momenti era stato ipotizzato che il cadavere potesse appartenere a Pamela, anche se i primi rilievi avevano portato gli investigatori a ritenere che il corpo fosse di una donna più matura, all'incirca sui 35 anni. Le successive risultanze info-investigative, oltre all'ispezione del medico legale, sembrerebbero però aver sciolto tutti i dubbi, identificando le membra contenute nei trolley come i resti della giovanissima romana.

Fermato un nigeriano

Innocent Oseghale è il nigeriano dichiarato in stato di fermo per la morte di Pamela. A casa dell'uomo, con permesso di soggiorno scaduto e con precedenti per droga, i carabinieri del Ris hanno trovato i vestiti della ragazza sporchi di sangue assieme ad altre tracce ematiche. Gli inquirenti hanno anche trovato lo scontrino rilasciato di una farmacia poco distante, dove la vittima aveva acquistato una siringa. Ad inchiodarlo la testimonianza, resa volontariamente, da un cittadino straniero estraneo ai fatti, prima alla polizia e poi ai carabinieri del comando provinciale di Macerata. Il testimone ha detto di aver visto il nigeriano nella tarda serata del 30 gennaio in possesso delle valigie contenenti i resti di Pamela proprio nei pressi del luogo dove i bagagli sono stati gettati. Per tutto il giorno proseguiranno gli accertamenti di natura tecnico-scientifica del Ris nell'appartamento del nigeriano, dove, secondo gli inquirenti, Pamela sarebbe stata uccisa e sezionata con strumenti da taglio o meccanici, ma non elettrici, dato che nessuno avrebbe sentito rumori provenienti dall'abitazione.

Le indagini “non sono finite”, ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, Michele Roberti. “Al momento ci sono elementi per il fermo di una sola persona, ma non escludiamo che possano emergere spunti di indagine sull'eventuale coinvolgimento di altre persone“, ha concluso.

Il ritrovamento

Al momento non è chiaro quale sia stato il percorso dei due trolley fino alla campagna maceratese, dove l'automobilista di passaggio li ha notati. L'uomo, dopo averne intuito la natura sospetta, ha avvisato i Carabinieri pensando che dentro vi fosse nascosta della refurtiva o magari degli stupefacenti, senza lontanamente immaginare cosa vi sarebbe stato rinvenuto. Gli investigatori hanno ipotizzato che qualcuno possa aver lanciato le valigie dal finestrino di un'auto in corsa piuttosto che averli lasciati lì passando a piedi. Fra i resti della giovane donna non sono state inoltre rinvenute tracce di vestiti né segni ematici, risultando le parti del corpo perfettamente pulite. Sono risultate molto utili le immagini delle telecamere dei sistemi di sicurezza, grazie alle quali è stati possibile ricostruire tutti gli spostamenti di Pamela. I video hanno permesso di appurare che era ancora in vita nelle giornate del 29 e del 30 mattina. E grazie ad ulteriori immagini video, è stato individuato Oseghale; lui sarebbe l'ultima persona che ha avuto contatti con la vittima quando era ancora in vita.

La vittima

Pamela Mastropietro, 18 anni, era scomparsa da circa 48 ore, dopo essersi allontanata volontariamente dalla comunità di recupero di Corridonia portando con sé solo un trolley rosso e blu (il quale potrebbe essere uno dei due in cui era occultato il cadavere). Del caso si era occupata anche la trasmissione “Chi l'ha visto”. La mamma della ragazza è stata allertata e si è messa immediatamente in viaggio verso Pollenza: “Spero tanto che non sia lei – ha detto ai cronisti, poco prima di partire -. Non ho alcuna idea del perché si sia allontanata dalla comunità e di quel che è accaduto. Vorrei che qualcuno mi spiegasse come ha fatto. Ora ci stiamo preparando per andare nelle Marche, ma qualcosa in più ci hanno detto, che si saprà solo più tardi”. Riconosciuto il corpo, su Facebook la donna sfoga ha sfogato così il suo dolore: “Spero e prego che giustizia sia fatta!..quello che le hanno fatto è indescrivibile e così crudele che spero di vederli soffrire lentamente fino alla morte!..ti amo“.