La rabbia dei cittadini per la morte dei 43 studenti “Desaparecidos” continua a provocare gravi reazioni della società civile: la protesta contro il governo, dallo Stato di Guerrero, si è espansa a macchia d’olio fino a raggiungere le strade della capitale, Città del Messico.
Un gruppo di manifestanti, durante alcune proteste di ieri, ha appiccato le fiamme al portale in legno dello storico Palazzo Nazionale: i cittadini pretendono la verità su quello che dalla maggioranza dell’opinione pubblica è considerato un vero e proprio “omicidio di Stato”.
La Giustizia, infatti, ha stabilito che gli studenti scomparsi siano stati uccisi da un cartello della droga a cui erano stati consegnati dalla polizia. I corpi, bruciati, spezzettati e poi dispersi in mare, non saranno forse mai riconosciuti.
I genitori dei giovani non credono alle versione del governo, e questo non può che continuare a mettere a rischio sia la tenuta del governo sia la credibilità dell’intera classe politica.
Prima il vertice europeo con i sindacati, poi il Consiglio dei ministri con le misure…
Beato Benedetto da Urbino, sacerdote cappuccino Urbino, 13/09/1560-Fossombrone (Pesaro e Urbino), 30/04/1625 Marco Passionei proviene…
Povertà e benessere. L'Italia tagliata in due. I contribuenti più ricchi sono in Lombardia (27.890 euro)…
Gli hospice come luoghi di salvaguardia della sacralità della vita. Papa Francesco ne riconosce e…
Il 30 aprile del 1975 truppe nordvietnamite e Vietcong, appoggiate da un centinaio di carri…
L'intelligenza artificiale sta emergendo come una delle tecnologie più promettenti e rivoluzionarie, con il potenziale…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni