Nella notte di Capodanno, alcuni cristiani sono stati prelevati durante una funzione religiosa in una chiesa protestante, la parrocchia di Bannur Jodukatte a Puttur, nello Stato indiano del Karnataka, e trattenuti dalla polizia per qualche ora con l’accusa di proselitismo. Dopo averli rilasciati, le autorità hanno dichiarato di non avere intrapreso alcuna azione “nei confronti di coloro che disturbano la pace sociale”.
I cristiani sono una minoranza assoluta, in India, “vulnerabile e sottoposta a molestie e persecuzioni, sia da parte degli estremisti che dalle autorità, che avrebbero il compito di proteggere i cittadini”, come ha dichiarato all’agenzia AsiaNews Sajan K George, il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), nel commentare l’ennesimo arresto di 15 cristiani, perlopiù lavoratori migranti provenienti da Perne, Salmara, Bannur e Badagannur, per presunte “conversioni forzate”.
Gruppi ultranazionalisti di estremisti indù, il Bajrang Dal e il Vishwa Hindu Parishad, avevano circondato la chiesa tentando di irrompere. Gli agenti, però, intervenuti per “sedare gli animi”, hanno invece portato alla vicina stazione di polizia i fedeli che pregavano all’interno, cioè, in un luogo privato, limitandosi a disperdere la folla di facinorosi accalcata all’esterno.
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