Catturato in Toscana Johnny lo Zingaro: era evaso lo scorso 30 giugno

Fuga finita. È infatti stato catturato il latitante Giuseppe Mastini detto Johnny Lo Zingaro, evaso il 30 giugno scorso dal carcere di Fossano (Cuneo). Lo annuncia la Polizia di Stato tramite social. Jonny è stato arrestato in un appartamento di Taverne d’Arbia, in provincia di Siena, assieme alla compagna e ad alcuni fiancheggiatori.

La semilibertà

L’ergastolano era in semilibertà dallo scorso agosto e da novembre si recava tutti i giorni alla scuola della polizia penitenziaria di Cairo Montenotte (Savona), dove svolgeva piccole mansioni. La mattina del 30 giugno scorso non si è presentato al lavoro. Le ricerche sono coordinate dalla polizia penitenziaria di Fossano guidata dal comandante Eraclio Stefano Seda. L’operazione di cattura è stata svolta da agenti dello Sco della Polizia, delle squadre mobili di Cuneo, Lucca e Siena e dagli uomini del Nucleo investigativo centrale della Polizia Penitenziaria.

Il primo omicidio a 15 anni

Analfabeta, 57 anni, figlio di giostrai lombardi di etnia sinti, Giuseppe Mastini, conosciuto anche con il soprannome di ‘Biondino’, diviene giovanissimo uno dei personaggi di spicco della criminalità romana. Già a 15 anni, trasferitosi nella Capitale con la famiglia, gli viene contestato il suo primo omicidio: un autista di tram, Vittorio Bigi, per una rapina finita nel sangue. Per l’omicidio Johnny viene condannato a 15 anni di carcere.

Nel febbraio 1987 ottiene un permesso premio del quale approfitta per rendersi latitante. Viene poi segnalato per una serie di rapine e riconosciuto in una fotografia dalla moglie di Paolo Buratti, console italiano in Belgio, ucciso nella sua villa a Sacrofano mentre tentava di resistere a una rapina. Il 23 marzo, mentre gira per Roma in macchina, viene fermato da due poliziotti. Apre il fuoco e uno degli agenti muore; l’altro viene ferito in modo grave, mentre Johnny, illeso, continua la sua fuga fino a via della Bufalotta, dove viene bloccato e arrestato.

Nel processo celebrato nel 1989, viene condannato all’ergastolo per tutti i reati che gli vengono contestati, tranne l’omicidio di Sacrofano. Nel 2014 usufruisce di un nuovo permesso premio che sfrutta per partecipare al concerto dei Prodigy a Roma. Con l’associazione Nessuno tocchi Caino ha avviato un percorso di reinserimento sociale. Poi, la fuga e oggi l’ennesimo elettrico.