“La Giornata mondiale della Gioventù è la dimostrazione che ci sono giovani disposti a fare ore e ore di pellegrinaggio, con tutte le fatiche e le difficoltà che questo comporta, pur di fare esperienza di Cristo“. A parlare a Interris.it è don Francesco Verzini, sacerdote perugino e vice rettore del Pontificio Seminario Regionale “Pio XI”, che oltre a Lisbona, ha partecipato ad altre quattro Gmg. Ha partecipato alla sua prima Gmg a soli 14 anni, quella di Roma del Grande Giubileo del 2000. Cinque anni più tardi andò a quella di Colonia (2005), con il gruppo giovani della parrocchia di Villa Pitignano, e poi a seguire alla GMG di Madrid (2011), da diacono transeunte, con i giovani della parrocchia perugina di Monteluce, e a Cracovia (2016), da parroco, accompagnando, come a questa di Lisbona, i giovani dell’Oratorio “Caterina Bonucci” dell’Unità pastorale 20 di Bosco, Colombella, Fratticiola, Piccione, Ramazzano. “Partecipare alla Gmg significa riscoprire la bellezza di una Chiesa fresca – spiega don Francesco -. La moltitudine di giovani che si sono riversati a Lisbona per partecipare a questo evento fa capire chiaramente che l’orizzonte della nostra vita è Cristo“.
La Gmg non rimanga un evento fine a sé stesso
“Se non rimane fine a se stessa, la Gmg può essere uno stimolo – aggiunge -. I giovani dovrebbero partecipare con l’idea di ricercare una relazione con il Signore. Molto spesso i ragazzi e le ragazze vengono etichettati come apatici, svogliati. Chiediamoci però questo: ‘Gli adulti riescono a intercettare le domande profonde che i giovani si fanno? Riescono a stimolarli, ad aiutarli? Talvolta i giovani hanno difficoltà ad incontrare, interagire con la comunità cristiana, con il Vangelo che essa trasmette – spiega don Verzini -, perché la comunità sa di stantio e le GMG ci permettono di riscoprire, soprattutto nelle giovani generazioni che sono coinvolte, la freschezza del Vangelo, la freschezza della Chiesa, di qualcosa che non tramonta, ma che è sempre nuova e sa indicare dove poter puntare, dove poter giocare la vita”.
Terreno fertile per le vocazioni
“Io sono convinto che la Gmg sia terreno fertile per far germogliare i semi della vocazione che il Signore ha messo nel cuore di ogni persona. Per alcuni giovani è anche l’occasione di interrogarsi se l’orizzonte della sua vita possa essere il ministero ordinato o la vita consacrata o la vita matrimonial – aggiunge don Francesco -. Questo perché si scopre la bellezza della condivisione della fede, la bellezza del vedere che tutti quanti siamo qui per un motivo, non solo per conoscere altri giovani ed incontrare il Papa, ma per fare esperienza di Cristo. Per questo motivo si può donare la vita e la GMG, davvero, può essere quell’occasione, quell’evento che non è fine a se stesso, ma che può risvegliare nei giovani questa volontà e questo coraggio nel seguire il Vangelo e di seguirlo facendo della propria vita un dono per i fratelli”.
Il senso della Gmg
“È Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”, ha detto San Giovanni Paolo II a Tor Vergata, sabato 19 agosto 2000. “Io credo che il senso della Giornata mondiale della Gioventù sia racchiuso proprio in queste parole di San Giovanni Paolo II – afferma don Francesco -: far vedere ai giovani che la felicità che ricercano viene da Cristo e si realizza nel pregare insieme, nella bellezza e nella fatica di un pellegrinaggio”.
Un augurio a tutti i giovani
“Sono partito con l’intenzione di affidare al Signore quotidianamente la preghiera per le vocazioni al ministero ordinato perché credo che la GMG possa essere un terreno fertile – conclude don Francesco -. Vorrei augurare a tutti i giovani di comprendere che si può puntare in alto, che si può avere il coraggio di rispondere e che l’orizzonte di vita di alcuni di loro può essere questo ministero, perché vale la pena servire Dio nei fratelli”.