Sos disinformazione. Il messaggio del Papa e il caso Balcani

Allarme disinformazione. Nel messaggio di Francesco per la Giornata delle comunicazioni sociali la necessità di una buona informazione. Per recuperare le storie utili a non perdere il filo tra le tante lacerazioni dell’oggi. Attori nazionali e stranieri, come Russia, Cina e Turchia, utilizzano la disinformazione per minare la credibilità dell’Unione europea nei Balcani occidentali.

Sos Balcani

A causare un maggiore impatto e influenza delle fake news sulle convinzioni dei cittadini sono le divisioni nella società e le debolezze nella governance dei Balcani. Il Sir riporta uno studio condotto da ricercatori per conto della commissione Affari esteri del Parlamento Ue. Analizzato dalla task force, EUvsDisinfo, contro la disinformazione del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae). Secondo l’analisi, gli autori di notizie false sfruttano soprattutto le divisioni etniche e settarie all’interno delle società della regione balcanica. La mancanza di fiducia dell’opinione pubblica. E una leadership debole. Anche il divario transatlantico con l’Ue, aperto dalla precedente amministrazione americana di Donald Trump, ha generato un nuovo spazio d’azione. Per campagne di disinformazione da parte di Mosca, Ankara e Pechino. Volte a minare la credibilità dell’Ue nei Balcani occidentali.

Vulnerabilità alla disinformazione

I ricercatori sostengono che “la pandemia potrebbe acuire ulteriormente la sfiducia e le divisioni nei Balcani occidentali. Aumentando così la vulnerabilità alla disinformazione”. Ma anche la mancanza di una prospettiva nelle politiche di allargamento Ue “potrebbe indebolire la governance e la stabilità dei Balcani”. Dallo studio emerge che gran parte degli sforzi nella lotta alla disinformazione sono ancora coordinati da donatori. Mentre sarebbe necessaria una ricerca approfondita socio-scientifica sull’impatto della disinformazione sui cittadini dei Balcani occidentali. I ricercatori invitano l’Ue “a stabilire un dialogo con la società civile nel territorio. E i donatori internazionali sul contrasto alle fake news. E a rafforzare le competenze regionali”.

Paola Anderlucci

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