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San Gabriele, il “Passionista”

Gabriele dell’Addolorata – al secolo Francesco Possenti (1838-1862) -, la cui festa è il 27 febbraio, è stato un sacerdote della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, fondata nel 1720 da San Paolo della Croce (1694-1775). Gabriele, undicesimo di tredici figli, nacque ad Assisi, fu battezzato col nome di Francesco, nella cattedrale di San Rufino, dove sette secoli prima aveva accolto l’illustre concittadino san Francesco, rimase orfano di madre a quattro anni, mentre il padre era funzionario dello Stato Pontificio, e questo lo portò a girare varie città dello Stato.

La chiamata

Frequenta il teatro, organizza partite di caccia, anima le serate di Spoleto, nei vari salotti della città, ma si dimostra anche di animo buono, generoso e sensibile verso i poveri e ama pregare. A diciotto anni, succede un cambiamento fondamentale nella sua vita di giovane. Durante la processione della Madonna, per le vie di Spoleto, il 22 agosto 1856, in ginocchio avverte che l’immagine della Vergine si anima e Gabriele sente come una voce che gli dice: “Ancora non capisci che questa vita che fai non è per te? Segui la tua vocazione”.

Umiltà e obbedienza

Condusse una vita umile e silenziosa, non operò miracoli. Tutto il suo impegno quotidiano si profuse nella preghiera, nella mortificazione, nello studio e la meditazione, sempre con umiltà ed obbedienza. Sensibile al richiamo della Madonna, il 6 settembre del 1856 entra nel noviziato di Morrovalle, nei pressi di Macerata, a 18 anni Francesco Possenti diventerà Gabriele dell’Addolorata.

Gabriele il passionista

Il 22 settembre del 1857 emette la professione religiosa nei Passionisti, e più tardi scriverà al padre: “La mia vita è una continua gioia… La contentezza che io provo è quasi indicibile… Non cambierei un quarto d’ora di questa vita”. Quattro anni dopo nella cattedrale di Penne vicino Pescara, riceve gli ordini minori.

La santità

Il 10 luglio del 1859, giunge nel convento di Isola del Gran Sasso, in provincia di Teramo, per prepararsi al sacerdozio con lo studio della teologia. Trascorrerà gli ultimi due anni e mezzo nel convento ai piedi del Gran Sasso, ma ormai i suoi polmoni sono attaccati dalla tubercolosi, contratta nel 1861. Morirà il 27 febbraio del 1862, a 24 anni, ancora studente in attesa dell’ordinazione sacerdotale. Il corpo del Santo riposa nel santuario a lui dedicato ad Isola del Gran Sasso.

Il 31 maggio del 1908, Pio X (1903-1914) lo dichiarerà beato, mentre il 13 maggio 1920 sarà canonizzato da Benedetto XV (1914-1922). Nel 1926 Pio XI (1922-1939) lo nomina compatrono della Gioventù Cattolica, mentre sarà Giovanni XXIII (1958-1963) nel 1959 ad eleggerlo patrono dell’Abruzzo.

Gualtiero Sabatini

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