Sono trascorsi 4 anni e un’altra Giornata mondiale della gioventù dall’appuntamento mondiale dei giovani a Rio de Janeiro, nel 2013. Eppure, il ricordo della grande adunanza brasiliana, la XXVIII Gmg, alla quale partecipò l’appena eletto Papa Francesco, è un ricordo più che mai vivo non solo nei cuori dei tantissimi partecipanti (tre milioni e mezzo circa) ma anche in quello della chiesa brasiliana. Per il pontefice argentino fu il primo incontro con i giovani cattolici ma, già allora, il Santo Padre era stato chiaro nel lanciare a loro il suo messaggio che, del resto, sarebbe stato alla base del suo pontificato: “Tre parole: Andate, senza paura, per servire. Seguendo queste tre parole sperimenterete che chi evangelizza è evangelizzato, chi trasmette la gioia della fede, riceve più gioia”.
L’evangelizzazione, pietra miliare della Chiesa e del cristiano: “Nel ritornare alle vostre case – disse ai tre milioni di giovani a Copacabana, la sera del 25 luglio – non abbiate paura di essere generosi con Cristo, di testimoniare il suo Vangelo (…) Portare il Vangelo è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza”. Oggi, a distanza di un anno dalla successiva Gmg di Cracovia, quel messaggio è più che mai valido e, con altrettanta forza, necessita di essere trasmesso: “Passati quattro anni da quel momento – ha spiegato l’arcivescovo di Rio de Janeiro, card. Orani Joao Tempesta, nel corso di un’intervista a ‘Radio Vaticana’ -, possiamo vedere che i giovani sono più protagonisti nella diocesi. Abbiamo visto anche che il popolo non solo conserva ancora il ricordo di questo momento, ma è ancora in contatto con i giovani di tutto il mondo – con i cristiani – attraverso lo scambio di lettere, e-mail, e anche le visite alle famiglie che hanno ospitato i giovani”.
L’insegnamento del Papa, nel corso del suo primo viaggio apostolico fuori dall’Italia, toccò i cuori di tutti, lasciando ai giovani cristiani il segno concreto di una strada da seguire: portare il messaggio di Cristo nel mondo, essere e vivere come cristiani nelle parole del Vangelo, “per edificare un mondo nuovo”. Evangelizzare, dunque, non dimenticandosi mai del fratello che ci è accanto, verso il quale mostrare affetto e misericordia. Quella stessa misericordia che, solo tre anni dopo, sarà la parola chiave del nuovo appuntamento mondiale dei giovani cattolici, il XXIX, a Cracovia: “Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia” (Mt 5,7).
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