Chiesa Cattolica

Il progetto di “riconciliazione e pacificazione” dei vescovi brasiliani

L’impegno dei vescovi del Brasile per la riconciliazione. L’agenzia missionaria vaticana “Fides” rilancia l’appello dell’episcopato brasiliano riunito ad Aparecida.  Una richiesta a tutta la società di “costruire un ampio progetto di riconciliazione e pacificazione”. Attraverso un “dialogo franco e aperto che permetta di superare quello che ci allontana”. Con l’obiettivo di garantire “ciò che ci unisce”. E cioè “il Paese, la sua gente e il creato”. I presuli si mobilitano in modo “radicale e incondizionato”. Per la difesa integrale della vita che “si manifesta in ogni essere umano e in tutto il creato”. Ciò avviene in un momento segnato da grandi sfide: “Le nostre comunità stanno rispondendo, con fraterna solidarietà, alle conseguenze di tragedie socio-ambientali- sottolineano i vescovi brasiliani– Ciò avviene attraverso l’impegno dei cittadini. In difesa della democrazia. E, con responsabilità sociale, in risposta al dramma della fame che ci affligge”.

Testimonianza di riconciliazione

Una “testimonianza autentica ed efficace di cui il mondo ha bisogno, alla luce della Parola di Dio”. Tra i motivi di sofferenza della società, il messaggio dei presuli ricorda il flagello della guerra sul suolo ucraino e in altre parti del mondo. Altri flagelli indeboliscono il tessuto sociale e mettono a dura prova i rapporti umani. Ossia l’autoritarismo, la polarizzazione, la disinformazione. Le disuguaglianze strutturali, il razzismo, i pregiudizi, la corruzione. La banalizzazione del male e della vita, le malattie. La tossicodipendenza, il traffico di droga e di persone, l’analfabetismo, le migrazioni forzate. I giovani con poche opportunità, la violenza in tutte le sue dimensioni, il femminicidio. La precarietà del lavoro e del reddito. Gli attacchi eccessivi alla “casa comune”, ai popoli indigeni e alle comunità tradizionali, le attività minerarie predatorie. Ecco i frutti della diffusa” cultura dell’insensibilità, dell’indifferenza e del disprezzo verso i più poveri e abbandonati”.

 

 

Giacomo Galeazzi

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