Prigionieri delle cose

L’avaro prova insieme tutte le preoccupazioni del ricco e tutti i tormenti del povero”. (Albert Guinon)

“Il denaro è una scusa per difendersi dalla morte, è una maschera sotto cui l’uomo si nasconde per non far vedere che è un angelo, un angelo triste e tribolato” (Alda Merini, “Il suono dell’ombra”).

L'illusione

L'avarizia è il vizio illusorio di possedere la vita, di averne il controllo tramite l'accumulo dei beni. I mistici delle varie religioni hanno compreso che l'origine dell'infelicità è l'attaccamento alle persone, alle cose, ai ruoli e alle diverse situazioni della vita. Troppe volte “ci mettiamo il cuore e ci affondiamo il cuore” e rimaniamo smarriti come delle scimmie attaccate agli “alberi affettivi” con una sofferenza indicibile.

La roba

Come dice Papa Francesco: “Il diavolo entra dalle tasche”, ma aggiungo “rimane nella testa” e poi “svuota il cuore”. L'avarizia è la mancanza di fiducia in Dio e nella sua Provvidenza, e può generare ingiustizia, odio, guerra e nei casi estremi anche morte. L'avaro è egoista e l'egoismo è cieco, indifferente e pigro. E' ansioso, ha paura del domani e non si fida di nessuno, perché potrebbero rubargli i suoi soldi e la sua proprietà. Il grande scrittore Giovanni Verga conclude in maniera geniale la novella sulla roba: “Quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: ‘Roba mia, vientene con me!’.

Vita infelice

Abbiamo anche altri esempi nella letteratura francese e nei fumetti come Arpagone ne “L'Avaro” di Molière o zio Paperone che sono degli “specchi” per i veri e propri “bulimici” del denaro. Le caratteristiche degli avari sono la stitichezza corporea, l'isolamento, l'ira, la tristezza e la preoccupazione ossessiva sui conti in banca, le case e l'eredità. Si dice che per i soldi “uno si vende anche la mamma che lo ha fatto”, senza pensare che il valore di ogni persona è immenso, incalcolabile e infinito. La vera ricchezza è l'altro, sono le relazioni umane e tutti i doni che il Buon Dio ci fa. E' fondamentale non essere avari di sguardi di tenerezza, di carezze, di abbracci e di sorrisi… avari d'amore questo è il vero peccato. Noi non valiamo per ciò che abbiamo, ma per ciò che siamo. Ognuno di noi è figlio di Dio e non si può calcolare il suo valore.

Prodigi di Dio

Ognuno di noi è un prodigio del Signore, è stato fatto straordinariamente ad immagine e somiglianza di Dio, valiamo poco meno di un angelo, anzi più degli angeli, più del cielo, più della terra, più di ogni cosa creata. Noi siamo il vertice e il fulcro della creazione ed ogni persona ha un valore inestimabile: il preziosissimo sangue di Cristo. Alle frasi negative che una persona può ricevere nella vita si contrappongono tutte le frasi di che la Parola d’Amore di Dio ci dice. Ogni persona è una “maschera” da scoprire… un tesoro pieno di talenti, di carismi, di doni, di regali divini per l’utilità comune e la realizzazione personale. Tu sei un prodigio, guardati allo specchio del tuo Cielo-Dio e dì al tuo cuore: “Io sono un prodigio”.

Due rimedi contro l'avarizia:

  • La libertà: Mi ha sempre affascinato la libertà di frate Francesco (lo chiamo così perché lo sento vicino e “santo fratello” nel cammino della vita). La libertà dalle cose, dai luoghi, dalle persone (anche carismatiche) e soprattutto dall’io – che è la “cosa” più ingombrante e cessa di esistere un’ora dopo la morte – ci fa essere veramente liberi interiormente. La libertà è un dono dello Spirito Santo e dei figli di Dio. Non significa essere libertini e fare tutto ciò che ci piace, ma donare tutto il proprio cuore al volere di Dio. Chi ama è libero da schemi e da regole e non è bloccato dalla paura, dal pessimismo, dall’egoismo, dal condizionamento di quello che fanno gli altri. In tante religioni, ma anche nella mistica cristiana, la causa di ogni “sofferenza esistenziale” è l’attaccamento alle cose, alle persone, alla propria volontà. Guardiamo frate Francesco che si spoglia nudo in una piazza lasciando le vesti del mondo e indossando l’armatura della preghiera, della povertà e dell’amore verso tutte le creature. Sceglie come letto la nuda terra e come tetto il cielo stellato e vive in letizia e in fraternità. Il Poverello d’Assisi ha la libertà di parlare con il lupo di Gubbio (che come sappiamo era un brigante) e di dialogare con il sultano musulmano. Chi è libero è coraggioso, sincero, spontaneo, semplice, autentico e vero. Francesco sposa Madonna Povertà non per essere misero, ma per essere libero.
  • La generosità: Il manuale di ascetica (Tanquerey) cosi scrive: “A meglio distaccarsene, il mezzo più efficace è di depositare i propri beni sulla banca del paradiso facendone larga parte ai poveri e alle opere di beneficenza. Chi dà ai poveri presta a Dio, e riceve il centuplo anche sulla terra con la consolazione di far dei felici attorno a sè, ma principalmente in cielo dove Gesù, considerando come dato a sè ciò che fu dato al minimo dei suoi, si farà premura di restituire in beni imperituri i beni temporali che avremo sacrificati per lui. I savi quindi sono coloro che cambiano i tesori di quaggiù con quelli del cielo. Cercar Dio e la santità, ecco in che consiste la prudenza cristiana. 'Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto ciò vi sarà dato per giunta'”. 

Concludo con due battute simpatiche:

Qual è il colmo dell'avarizia? Guardare la messa in televisione e quando passa il sacrestano con il cestino delle offerte, spegnere la Tv!

Epitaffio su una lapide in un cimitero scozzese: Qui giace Fred Mc Guire. Gli cadde un penny: morì nella mischia