Papa: “La forza dei cristiani è umiltà, dolcezza e magnanimità”

Noi cristiani, pietre vive nel tempio della Chiesa, siamo più forti quanto più deboli ci facciamo “con le virtù dell’umiltà, della magnanimità, della dolcezza, della mitezza”. E’ quanto espresso questa mattina da Papa Francesco durante la Messa a Santa Marta partendo dall’esortazione di San Paolo ai Filippesi, “Io prigioniero vi esorto a costruire l’unità nella Chiesa”. “Fare l’unità della Chiesa – ha affermato il Santo Padre – è il lavoro della Chiesa e di ogni cristiano durante la storia”.

Il tempio della Chiesa, “fatto di pietre vive che siamo noi”, indica San Paolo, “porta l’unità”, mentre l’altro “tempio della superbia che era la Torre di Babele” rappresenta “il simbolo della disunione, del non capirci, della diversità delle lingue”. Gesù, ha spiegato il successore di Pietro, è la pietra angolare “sulla quale noi edifichiamo l’unità della Chiesa” costruita dal “lavoro dello Spirito Santo” nella “diversità dei popoli, delle culture, delle persone”. San Paolo addirittura “ci consiglia di non essere tanto pietre, ma piuttosto mattoni deboli… Consigli di debolezza, secondo il pensiero umano”.

“Umiltà, dolcezza, magnanimità – ha ribadito il vescovo di Roma – sono cose deboli, perché l’umile sembra che non serva a niente; la dolcezza, la mitezza sembrano non servire; la magnanimità, l’essere aperto a tutti, avere il cuore grande…”. Come per una costruzione, ha concluso, la piantina dell’unità della Chiesa è la speranza “alla quale noi siamo stati chiamati: la speranza di andare verso il Signore, la speranza di vivere in una Chiesa viva”.