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MESSA A SANTA MARTA, BERGOGLIO: “I CRISTIANI SI GUARDINO DAL GIUDICARE”

Il giudizio appartiene a Dio solo, perciò se non vogliamo essere giudicati, non dobbiamo giudicare gli altri. E’ quanto emerso dall’omelia di Papa Francesco nella Messa a Casa Santa Marta, incentrata sul Vangelo odierno di Matteo: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: ‘Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati'”. Tutti noi, ha osservato il Pontefice, vogliamo che nel Giorno del Giudizio “il Signore ci guardi con benevolenza, che il Signore si dimentichi di tante cose brutte che abbiamo fatto nella vita”. Per questo, se “tu giudichi continuamente gli altri – ha ammonito – con la stessa misura tu sarai giudicato”.

Il Signore, ha proseguito, ci chiede di guardarci allo specchio: “Guardati allo specchio, ma non per truccarti, perché non si vedano le rughe. No, no, no, quello non è il consiglio! Guardati allo specchio per guardare te, come tu sei. ‘Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?’ O come dirai a tuo fratello ‘Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio’, mentre nel tuo occhio c’è la trave?’ E come ci qualifica il Signore, quando facciamo questo? Una sola parola: ‘Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello’”.

Il Signore, ha proseguito Bergoglio, “un po’ si arrabbia qui, ci dà degli ipocriti quando ci mettiamo al posto di Dio”. Questo, ha aggiunto, è quello che il serpente ha convinto a fare ad Adamo ed Eva: “Se voi mangiate di questo, sarete come Lui”. Loro, ha spiegato, “volevano mettersi al posto di Dio”. “Per questo è tanto brutto giudicare. Il giudizio solo a Dio, solo a Lui! A noi l’amore, la comprensione, il pregare per gli altri quando vediamo cose che non sono buone, ma anche parlare loro: ‘Ma, senti, io vedo questo, forse…’ Ma mai giudicare. Mai. E questa è ipocrisia, se noi giudichiamo”.

Quando giudichiamo, ha detto ancora, “ci mettiamo al posto di Dio”, ma “il nostro giudizio è un povero giudizio”, mai “può essere un vero giudizio”. “E perché – si domanda il Papa – il nostro non può essere come quello di Dio? Perché Dio è Onnipotente e noi no?” No, è la risposta di Francesco, “perché al nostro giudizio manca la misericordia. E quando Dio giudica, giudica con misericordia”.

“Pensiamo oggi a questo che il Signore ci dice: non giudicare, per non essere giudicato; la misura, il modo, la misura con la quale giudichiamo sarà la stessa che useranno con noi; e, terzo, guardiamoci allo specchio prima di giudicare. ‘Ma questa fa quello… questo fa quello…’ ‘Ma, aspetta un attimo…’, mi guardo allo specchio e poi penso. Al contrario sarò un ipocrita, perché mi metto al posto di Dio e, anche, il mio giudizio è un povero giudizio; gli manca qualcosa di tanto importante che ha il giudizio di Dio, gli manca la misericordia”. Il Papa conclude l’omelia con la consueta invocazione a Dio: “Che il Signore ci faccia capire bene queste cose”.

Daniele Vice

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