Chiesa Cattolica

La Chiesa italiana a sostegno dei detenuti

Cresce in Quaresima l’impegno della Chiesa per i detenuti. la Croce della Misericordia che nella prima tappa toccherà le carceri della Campania. Per proseguire il suo pellegrinaggio negli istituti di pena di altre regioni d’Italia. Una missione per far rifiorire la pace e la fiducia. Riconciliando il cuore dei detenuti. Un invito a porre dinanzi al Crocifisso la propria vita. Con la sincerità di cuore. Consegnando il proprio peccato e il male seminato nel passato. Con la fiducia dei figli.

Speranza per i detenuti

La Croce in carcere, riferisce il Sir, per liberare il condannato della giustizia umana. Indicando la strada per non lasciarsi imprigionare nella cella buia della disperazione. La “Peregrinatio Crucis” è un pellegrinaggio simbolico nei luoghi della pena. Ma anche di riconciliazione. Per affermare che tutti hanno diritto alla speranza.

Evento di grazia e fede

La Croce della Misericordia è stata benedetta da Papa Francesco il 14 settembre 2019. Ora si fa “pellegrina di speranza” nelle carceri della regione Campania in Quaresima. “Questo evento di grazia e di fede– afferma al Sir don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani nelle carceri italiane– vuole aiutare il mondo penitenziario a vivere nella gioia il tempo della Quaresima. E a non sentirsi né solo né abbandonato. Specialmente in questo tempo di distanziamento e di angoscia”.

Periferie esistenziali

La Peregrinatio Crucis vuole toccare le “periferie esistenziali”. Affinché “il carcere non sia solo una periferia da emarginare“, aggiunge don Grimaldi. La Croce è un “segno di vicinanza della Chiesa. Verso i ristretti privati della loro libertà personale a causa di errori commessi. Essa rappresenta, inoltre, un incoraggiamento verso gli operatori pastorali che offrono il loro servizio nelle carceri. E una sollecitudine a spalancare il cuore per guardare con speranza la sfiducia sociale che il mondo sta vivendo”.

Ponti

Il mandato papale è stato ribadito nell’udienza ai Cappellani delle carceri italiane. Alla Polizia. E al personale dell’Amministrazione Penitenziaria. Francesco ha chiesto di diventare “costruttori di futuro”. Di non spegnere la speranza dei detenuti. Di essere “ponti” tra il carcere e la società civile. In più occasioni il Papa ha insistito molto sul rispetto della dignità di chi è in prigione. E sull’ergastolo come soluzione che “chiude in cella la speranza”.

 

Paola Anderlucci

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