Iraq, allarme al complesso della Vergine Maria che a Baghdad sorge su un terreno di proprietà demaniale. Il patriarcato caldeo esprime vicinanza alle famiglie degli sfollati e si fa carico delle loro preoccupazioni. Erano dovute fuggire nel 2014 da Mosul e dalle città della Piana di Ninive, nel nord dell’Iraq. Avevano abbandonato le loro case e tutti i loro beni davanti all’avanzata delle milizie jihadiste del sedicente Stato Islamico (Daesh). Avevano trovato rifugio a Baghdad, dentro e intorno a un edificio nel quartiere di Zayouna. In quello che da quel momento era divenuto noto come il Campo profughi della Vergine Maria. Ora a sfrattarli dalla loro precaria sistemazione residenziale sono gli appetiti commerciali e imprenditori. E i piani di sviluppo urbano della capitale irachena. Sono più di 120 famiglie cristiane, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides. Nei giorni scorsi hanno ricevuto l’ordine di evacuare il complesso che li ospita.
L’ordine è stato disposto dalla Direzione degli investimenti di Baghdad. La giustificazione dell’atto fa riferimento al fatto che in quell’area dovrà sorgere un centro commerciale. Nei giorni scorsi, il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako aveva visitato il complesso della Vergine Maria. Che sorge su un terreno di proprietà demaniale. Il cardinale iracheno ha manifestato vicinanza alle famiglie di sfollati e farsi carico delle loro preoccupazioni. Ora che l’anno scolastico è iniziato e si avvicina l’inverno. Il Patriarca caldeo ha anche preso contatti con le autorità politiche nazionali. Per rinviare l’evacuazione di almeno un anno. O per trovare un’alternativa adeguata all’accoglienza di queste famiglie.
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