Categories: Chiesa Cattolica

IL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA PROMUOVE UNA CONSULTA FEMMINILE

Il Pontificio Consiglio della Cultura ha promosso all’interno del proprio dicastero una Consulta permanente formata da sole donne. L’organismo si è riunito per la prima volta martedì scorso, ed è stato promosso dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Dicastero vaticano, al fine di ricevere pareri sui vari progetti in corso, ma anche idee e proposte per nuove iniziative e fornire aiuto per individuare priorità culturali, nell’ottica delle donne. La Consulta è composta da docenti universitarie e madri di famiglia, da diplomatiche e giornaliste, da attiviste nella politica e scienziate, da funzionarie e da religiose. Nella Consulta anche due donne lavoratrici in Vaticano: Micol Forti, direttrice della Collezione di Arte contemporanea dei Musei Vaticani, e Roberta Gisotti, giornalista della Radio Vaticana.

“Gli obiettivi sono sostanzialmente di due generi: da una parte ed è quello fondamentale invitare le donne a dare con il loro sguardo personale, con la loro interpretazione personale, un giudizio su tutte le attività del dicastero – ha detto Ravasi – Quindi non si tratta di una consulta decorativa. La seconda dimensione, che noi vogliamo raggiungere, è quella di avere, attraverso le donne, il suggerimento di inoltrarci in terre incognite, cioè in orizzonti… Perché noi siamo tutti maschi qui, non abbiamo un officiale che sia donna e le donne hanno soltanto funzioni di tipo amministrativo e di segreteria. Proprio per questo motivo, chiedere alle donne di indicarci anche dei percorsi che non abbiamo mai calpestato. Attualmente – ha continuato il cardinale commentando le componenti del gruppo – la totalità credo sia fatta di donne cattoliche. In verità, proprio il tema, che è emerso subito, è stato quello non soltanto della dimensione ecumenica, ma anche della dimensione interreligiosa. Ed io ho posto una terza dimensione: non solo i credenti, i diversamente credenti, ma anche i non credenti. Io ho intenzione, quindi, di introdurre anche delle donne che non abbiano nessuna fede religiosa esplicita”.

redazione

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